A 28 anni dalla strage del Moby Prince la Procura di Livorno è entrata in possesso di un video amatoriale inedito che mostra i primi momenti dell’incendio successivo alla collisione tra il traghetto dell’allora compagnia Navarma (oggi Moby) e la petroliera Agip Abruzzo, armata da una società di Stato, che a poche miglia dal lungomare di Livorno causò la morte di 140 persone a bordo della nave passeggeri. Il video amatoriale riprende 107 secondi di lingue di fuoco continuative che, comparate con l’unico altro documento audiovideo della strage finora noto agli inquirenti, presentano una novità assoluta. Il primo video girato da Nello D’Alesio, un operatore portuale (tra i più importanti a Livorno, commercia petroli e carburanti), girato 5 minuti e 40 secondi dopo l’incidente, mostra infatti solo 12 secondi di fuoco nei suoi oltre 6 minuti di ripresa. Proprio per questa caratteristica di ripresa continuativa dell’incendio in una fase così virulenta il video amatoriale è presumibilmente il nuovo documento audiovideo più prossimo alla collisione ad oggi noto e quindi rappresenta un tassello in più in una storia che ha ancora diversi buchi neri nonostante il lavoro di ricostruzione di una commissione d’inchiesta del Senato che ne ha chiariti una buona parte. E’ proprio dalle conclusioni della commissione che è partita una nuova inchiesta della Procura di Livorno, coordinata dal procuratore Ettore Squillace Greco e dalla sostituta Sabrina Carmazzi, che si puntella in particolare sul patto – rimasto segreto per 27 anni – tra le assicurazioni delle due compagnie di navigazione che il lavoro della commissione d’inchiesta ha portato alla luce.

Il filmato è entrato nelle disponibilità della Procura solo da maggio di quest’anno e quindi, essendo escluso dall’archivio Rai, non è stato visionato dai senatori della commissione. Quei due minuti scarsi offrono elementi nuovi, inediti, per la ricostruzione dei fatti della notte tra il 10 e l’11 aprile. Il Racis dei carabinieri, al termine delle analisi dei video a disposizione, aveva individuato due punti di fuoco nel video di D’Alesio, identificandoli in uno spazio non ben precisato dietro il castello di poppa della petroliera e nello specchio di mare dell’incastro tra la petroliera e il Moby Prince. Il video amatoriale “nuovo” mostra invece un unico principale punto di origine dell’incendio, di vaste dimensioni, che si sviluppa con continuità in modo ascensionale e che solo in due brevi momenti distinti sembra essere affiancato da sorgenti di fiamma più piccole, una a destra e l’altra a sinistra dell’inquadratura. Resta da capire – e potranno farlo dei periti – se queste immagini possano assumere un significato e quale. Da capire, per esempio, è quale sia l’origine di quella fiamma così continuativa ed estesa, per un lasso di tempo così lungo.

D’altra parte tra gli elementi che la commissione d’inchiesta del Senato ha messo in discussione ci sono anche natura, qualità e quantità del carico contenuto a bordo della cisterna dell’Agip Abruzzo speronata dalla prua del Moby Prince: che tipo di petrolio ha scatenato l’incendio a bordo del traghetto quella notte? Quanto mostra quella ripresa è davvero il frutto di un incendio prodotto dallo sversamento a mare di 2700 tonnellate di iranian light, il combustibile dichiarato dall’Agip, oppure da qualcos’altro?

C’è di più. Il video è stato girato – secondo verifiche de ilfattoquotidiano.it – da un complesso immobiliare di pregio di Limoncino, una zona residenziale collinare di Livorno dalla quale si può vedere il mare. La versione del filmato arrivata in Procura non è l’originale girato il 10 aprile 1991, ma la copia di un file audiovideo presente negli archivi della tv locale Telegranducato. Il filmato arrivò in redazione già il giorno successivo all’incidente, portato da un uomo che chiese l’anonimato, e il proprietario del complesso immobiliare, interpellato da ilfatto.it, non ha voluto rilasciare dichiarazioni sulla questione. Quindi l’autore del filmato resta ignoto e di conseguenza resta impossibile determinare se il filmato originale sia ancora disponibile e se questo sia continuo, diversamente dalla versione di Telegranducato. Versione che presenta invece ben sei stacchi di montaggio e la totale assenza dell’audio.

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