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Giancarlo Giorgetti, leghista Quattro stagioni

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È il vero unto del Signore. Qualunque cosa succeda, qualunque porcheria condivida, lui è l’unto, lui è il buono, il competente e naturalmente onesto. Giancarlo Giorgetti è un signore che ha studiato alla Bocconi, non alza la voce né bestemmia. Partecipa in silenzio alle urla, magari rievoca a mente i cori razzisti, la politica dell’odio, le buffonate da palco, le politiche sciagurate

Lui ne esce fuori sempre, bello e pulito. Non sappiamo quale sia la dea che lo accompagna nella fortuna. È stato fedelissimo di Bossi, fin dai tempi dei fucili della val Brembana da caricare a pallettoni contro Roma. Fedelissimo quando il monarca assoluto utilizza il partito come cassaforte familiare, quando permette che i soldi pubblici vengano dirottati in tasche private, negli affari che dirottano 49 milioni di euro verso lidi sconosciuti. Dove sono finiti? Vattelapesca!

Non lo sa di certo Giorgetti, amico di Maroni, il successore di Bossi, e consigliere di Salvini, il successore di Maroni. La Lega sceglie di accettare che muoiano in mare i migranti? Solo Salvini è sul banco dell’accusa, Giorgetti sta accucciato, intento a non farsi notare troppo. La Lega non pronuncia più una parola contro la corruzione, e neanche un sospiro contro il malaffare. E Giorgetti? Muto come un pesce. Degli evasori italiani, che sono parecchi davvero, nessun cenno. Giorgetti dorme. Anzi sostiene la deprecabile flat tax: chi è ricco (e magari un bell’evasore) ci guadagna una tombola, chi è povero se la prende in saccoccia.

Giorgetti però è stimatissimo, quindi deve essere nominato commissario europeo. E infatti Salvini lo indica a Bruxelles. Ma a lui, come Eduardo in casa Cupiello, non piace più il presepe. Rinuncia e inizia a rompere quotidianamente le balle a Salvini: bisogna staccare la spina al governo. Quando il segretario finalmente la stacca, lui, il prode Giorgetti, si fa venire il mal di pancia. Ieri a Pontida le urla, le offese, le accuse di un popolo trascinato all’odio, educato anzi all’odio. Salvini che fa, si scusa? Salvini. E Giancarlo Giorgetti? Lui se c’era non ha visto, se ha visto non ha sentito, se ha sentito non ha capito.

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