Diventa un caso il titolo ufficiale attribuito da Ursula Von der Leyen al futuro commissario Ue Margaritis Schinas, incaricato delle questioni migratorie e della “protezione dello stile di vita europeo“. La prima obiezione ad arrivare da una cancelleria porta la firma di Sibeth Ndiaye, portavoce del governo francese. In conferenza stampa a Parigi, la fedelissima del presidente Emmanuel Macron ha detto che la formulazione utilizzata la porta a “interrogarsi”, anche “molto a titolo personale”, sebbene le attribuzioni conferite al commissario per le migrazioni “non sono diverse” da quello del suo predecessore. E ancora: “La presidente della Commissione europea ha fatto delle scelte sulle formulazioni. Non è quello che avrei scelto a titolo personale. Ma bisogna attendere l’audizione del commissario a inizio ottobre”.

Critico anche Enrico Letta: “Con franchezza. La competenza della nuova Commissione Ue sulle migrazioni ridenominata ‘proteggere il nostro modo di vivere’, anche no. Semplicemente no. Ma proprio NO!”, scrive su Twitter l’ex presidente del Consiglio, convinto europeista.

La definizione non piace neanche a Guy Verhofstadt, parlamentare europeo di Renew Europe: “Abbiamo bisogno di regole stringenti e giuste, ma questa Commissione dovrebbe tenersi lontana dalla retorica di Orban“. Per questo Ursula Von der Leyen “dovrebbe rettificare il prima possibile”.

Se Claude Moraes, europarlamentare britannico del Labour Party, si domanda come possa essere successo, il francese dei Verdi Damien Careme ha definito la scelta “un abominio“: “Sembra una cosa carina, ma quando ci si rende conto che significa che (il commissario, ndr) sarà responsabile della migrazione, dell’integrazione e della sicurezza, allora ci si accorge che è assolutamente disgustoso“, ha aggiunto.

“Collegare la migrazione alla sicurezza nel portafoglio del commissario alla protezione dello stile di vita europeo rischia di inviare un messaggio preoccupante“, ha commentato la direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee, Eve Geddie. “Le persone che hanno migrato hanno contribuito allo stile di vita dell’Europa nel corso della sua storia. Confidiamo che il commissario designato s’impegnerà a fondo per un’Unione europea in cui percorsi sicuri e legali consentiranno ai migranti di continuare a contribuire al futuro dell’Europa”, dichiara Geddie, sottolineando che “lo ‘stile di vita europeo’ che l’Unione europea deve proteggere è quello che rispetta la dignità umana e i diritti umani, la libertà, la democrazia, l’uguaglianza e lo stato di diritto“.

Il 10 settembre in Italia era stata l’Arci a sollevare la questione. “Proteggere il nostro stile di vita? A leggere il nome dell’incarico del Commissario che si dovrebbe occupare di integrazione degli stranieri nell’Ue si rimane senza parole – afferma Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell’associazione – Si tratta del peggior modo senza dubbio con il quale questa Commissione poteva iniziare la legislatura, su un tema così delicato e complesso”. “Proteggerci da cosa?”, domanda Miraglia: “Si individua ancora una volta nello straniero il nemico. Una criminalizzazione istituzionalizzata. Una vergogna! E poi ci spieghino quale sarebbe lo stile di vita che dobbiamo proteggere? Quello fatto di maschilismo? Di produzione di diseguaglianze e povertà? Di mafie? Di corruzione?”.

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