Arriva un altro segnale negativo dall’economia tedesca. Appresantiti dalla debolezza della domanda estera, a segnale delle difficoltà della prima economia della zona euro, gli ordini industriali in Germania fanno registrare un tonfo maggiore del previsto: le richieste di beni ‘Made in Germany’ sono calate di 2,7% rispetto a giugno, mese in cui erano salite del 2,7%. Gli analisti si aspettavano un calo dell’1,5%. Su base annua, rispetto a luglio 2018, l’istituto federale di statistica ha registrato un vero e proprio crollo del 5,6%.

Gli ultimi indicatori dicono che la locomotiva d’Europa arranca, ma il governo resta cauto. “Dopo anni di forte crescita, siamo attualmente in una fase di calo dell’economia, ma non in recessione“, ha detto il ministro dell’economia Peter Altmaier in un’intervista ai giornali del gruppo Funke. “Dobbiamo aspettare e vedere come l’andamento del terzo e quarto trimestre. Prevediamo che ci sarà una crescita moderata per l’intero 2019″, ha aggiunto, ammettendo che – alla luce della contrazione registrata nel secondo trimestre – il governo deve “migliorare il quadro per la crescita economica” al più presto possibile.

Altmaier si è comunque detto contrario al varo di un pacchetto di incentivi economici, affermando che con tali interventi ci si limita a “bruciare soldi”. Il ministro ha infine affermato che l’Unione europea dovrebbe “raddoppiare” i suoi sforzi per trovare un accordo commerciale con gli Stati Uniti e ha auspicato che la questione sia una priorità per la Commissione europea entrante.

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