L’alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 stelle è possibile anche al livello locale e regionale, o almeno “non è da escludere“. A dirlo, in un’intervista a La Repubblica è il sindaco di Firenze, Dario Nardella, renziano e “sostenitore convinto” della nuova possibile compagine giallorossa. Alla domanda se fosse possibile un accordo in vista delle prossime elezioni in Umbria, Emilia e Toscana, il primo cittadino ha infatti risposto: “Non lo escluderei. Anche se mi sembra prematuro parlarne. Certo più il governo nuovo nascerà su un patto chiaro, più sarà facile trarne vantaggio al livello locale”. “Andiamo per tappe – ha poi aggiunto Nardella – Prima una soluzione nazionale, poi potremo parlare con tranquillità anche delle regionali”.

Per adesso quindi bisogna concentrarsi sulla possibile nuova alleanza di governo, necessaria, secondo Nardella, per evitare “il pericolo a cui si andrebbe incontro con le elezioni anticipate. Un pericolo non per la democrazia ma per l’economia del Paese”. L’alleanza con il Movimento per il primo cittadino non è “un pericolo”, ma “una sfida”. “Quando si mette davanti l’interesse del proprio Paese su temi e azioni chiare e condivise, la gente capisce”, sostiene il dem. I temi divisivi, anche sulla stessa Firenze come Tav, aeroporto o rifiuti, non spaventano. “Alcuni sono già superati – sottolinea infatti Nardella – come ad esempio la Tav, lo ha detto lo stesso Conte. Per altre questioni l’unico modo è quello di vedere le carte e affrontare i problemi. Gli Italiani vogliono soluzioni, non polemiche. E su questo Pd e 5 stelle si giocano tutta la loro credibilità”. La fiducia del sindaco fiorentino è tutta per il segretario del proprio partito, Nicola Zingaretti che sta “sviluppando bene e in maniera ferma” l’idea “lanciata da Renzi”.

E sulla possibilità di una convergenza di temi con i 5 stelle Nardella è fiducioso. “In quest’anno e mezzo sono cambiati, anche se le differenze ci sono, non lo nascondo – afferma il primo cittadino – E oggi loro per primi sono di fronte all’ultima vera prova”, ma sui temi “si possono trovare intese reali e non di facciata“. Un esempio è la riforma delle autonomie, visto che proprio su quella firmata Lega “si è consumato uno degli strappi più profondi nell’alleanza gialloverde”. “Ne ho discusso tante volte con Renzi, Zingaretti e i colleghi sindaci – continua – che sono un grande patrimonio in questo gioco di veti incrociati e accuse di poltronismo”. Una riforma, secondo il primo cittadino, “rimasta monca” e dalla quale un nuovo governo “può ripartire”, dando “maggiore autonomia a Comuni e sindaci, che sono la parte più apprezzata della classe politica, ma vivono il paradosso di esser eletti direttamente dai cittadini e spesso non poter rispondere di quanto accade nelle loro città perché non hanno competenze e risorse”. La proposta è quella di un “piano che dia più poteri ai sindaci su sicurezza, ambiente, burocrazia, fisco, politiche sociali e agenda urbano”.

Infine, sull’ipotesi di un nuovo partito fondato da Renzi, Nardella risponde: “Non credo sia all’ordine del giorno. E non sono mai stato d’accordo con un’ipotesi del genere”. E sul ruolo dell’ex segretario come antagonista del nuovo governo, il sindaco conclude: “C’è una convergenza di interessi delle diverse anime del Pd che porta tutti a guardare ad un governo di legislatura. Renzi e Zingaretti non sono sovrapposti ma complementari. Questo può essere un punto di forza”.

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