Un ettaro e mezzo di porto che vale oro. A due passi dalla Lanterna. A Genova scoppia la guerra del porto. Oggetto: la concessione fino al 2054 di un terminal da 14.500 metri quadrati. Destinataria della concessione è la società che fa capo ad Aldo Spinelli, uno dei “padroni” dello scalo più grande del Mediterraneo, già proprietario del Genoa e del Livorno Calcio e vicino al centrodestra di Giovanni Toti (di cui è finanziatore).

Ma andiamo con ordine. Nei giorni scorsi si riunisce il Comitato Portuale per decidere della concessione di parte del Terminal Rinfuse, contiguo all’area utilizzata fino a poco tempo dalla centrale Enel (oggi non più in servizio). Marco Doria, ex sindaco di Genova (centrosinistra) oggi è membro del Comitato. Una presenza non gradita al centrodestra. Doria si oppone alla concessione e spiega: “Il terminal finora era in concessione alla società Rinfuse che negli ultimi tempi aveva concesso un subingresso a Spinelli. Ora si votava una proroga della concessione a Spinelli fino al 2054. Io invece ho chiesto che si facesse una call internazionale invitando i maggiori operatori per capire chi offrisse il progetto più valido, guardando per intero a una porzione di porto le cui concessioni sono tutte prossime alla scadenza. La mia proposta non è stata accolta e si è prorogata al 2054 la concessione su un solo frammento di un’area da considerare nella sua interezza”. Risultato: niente gara e concessione a Spinelli. Niente di illecito, lo ricorda anche Doria, cercare altre offerte non è obbligatorio. Preferibile forse sì.

A sostenere Spinelli è stato tra gli altri il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini che in passato è stato delfino di Ercole Incalza al ministero delle Infrastrutture. Signorini è considerato vicino al governatore Giovanni Toti. Anche Spinelli, un tempo estimatore del governatore Claudio Burlando (Pd), ora è imbarcato con la classe dirigente di centrodestra. Ricordano le cronache che nel 2017 un’allegra brigata che vedeva uniti rappresentanti delle istituzioni e imprenditori destinatari di concessioni si recò a Ginevra sull’aereo privato dell’imprenditore Edoardo Garrone (che pare pilotasse). Tutti in pellegrinaggio dall’armatore Gianluigi Aponte. Alessandro Terrile (Pd) all’epoca non lesinò critiche: “C’erano il sindaco di Genova Marco Bucci, il presidente Toti, l’assessore regionale Edoardo Rixi (poi diventato vice-ministro, dimessosi dopo una condanna in primo grado per Rimborsopoli, ndr) e Signorini. Si sono portati anche il terminalista Spinelli che a maggio 2017 ha ottenuto da Signorini la proroga della concessione per il proprio terminal fino al 2054, senza gara (parliamo di un altro terminal, ndr)”.

Già, Toti in porto ha messo radici profonde e conta molti amici. Ricordò L’Espresso che la Spinelli srl ha finanziato con 40mila euro la fondazione Change di Toti e il suo comitato elettorale. Niente di illecito. Ma il voto favorevole a Spinelli apre un altro vaso di Pandora: le concessioni portuali dove ballano miliardi. La legge dice che un concessionario può avere un solo terminal, “a meno che l’attività per la quale richiede una nuova concessione sia differente” da quella che svolge sul primo. A Genova (ma non solo) il principio è stato interpretato elasticamente. I due principali terminalisti container, VTE e Sech (finanziatore di Toti, secondo l’Espresso), hanno partecipazioni incrociate. Ai possibili profili anticoncorrenziali è stato eccepito che si tratta di partecipazioni finanziarie, senza effetti operativi. Diverso il caso di Spinelli che alla concessione originaria, via via ampliata, ha affiancato quella del Terminal Rinfuse (in partnership con Msc). “Per l’Avvocatura di Stato la ratio della legge è superata dall’evoluzione del mercato e dalle diffuse concentrazioni”, sostiene Signorini. Che ha sostenuto appunto la multipresenza di Msc, concessionaria del terminal Bettolo e socia di Spinelli e di Messina, altro terminalista storico. Nonché titolare della Stazione Marittima, cui potrebbe aggiungersi il polo passeggeri a Ponte Parodi se si concretizzeranno le trattative che Toti (non è chiaro a che titolo) sta conducendo con Aponte. Anche in questo caso doppio terminal, nessuna gara.

Ha collaborato Andrea Moizo

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