“Abbiamo voluto dimostrare alla nazione che siamo in grado di mettere le bombe dove vogliamo, in qualsiasi luogo, dove e come ci pare. Seppelliremo la democrazia sotto una montagna di morti”. Con queste parole Ordine nero, associazione segreta terroristica neofascista, rivendicò – per poi sconfessare il volantino e affermare che era frutto di un’azione personalistica di membri bolognesi di Ordine nuovo – la strage dell’Italicus, che il 4 agosto del 1974 provocò 12 morti e 48 feriti: una bomba sventrò la quinta carrozza del treno che da Roma andava a Monaco mentre usciva dalla lunga galleria dell’Appennino tosco-emiliano, a San Benedetto Val di Sambro. Una strage che, 45 anni dopo, non ha ancora responsabili: tutti gli imputati processati sono stati assolti.

“I procedimenti giudiziari non hanno potuto portare a sentenze definitive di condanna e il mancato accertamento di così gravi fatti interpella le coscienze di ciascuno”, ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel giorno dell’anniversario della strage. “Si tratta di una lesione al principio di giustizia – ha aggiunto – solennemente affermato dalla nostra Costituzione, a cui una comunità democratica non può mai rassegnarsi. Colpendo cittadini innocenti, la bomba voleva colpire la Repubblica e la convivenza civile degli italiani. Le indagini e i processi, pur non giungendo all’identificazione dei terroristi esecutori, hanno confermato il legame con altri attentati e con la strategia destabilizzante ordita in quegli anni. La matrice neofascista è resa esplicita nella sentenza della Cassazione e poi nelle stesse conclusioni della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla loggia P2“.

Tra le vittime della strage Mattarella ricorda Silver Sirotti, ferroviere di 25 anni che, uscito praticamente incolume dallo scoppio, con un estintore andò nella carrozza dove esplose la bomba e riuscì a salvare molte persone, ma perse la vita: “Numerosi – ricorda Mattarella- furono i feriti. Il ferroviere Silver Sirotti riuscì a salvare diversi viaggiatori imprigionati dalle fiamme, ma pagò con la morte quel gesto eroico di altruismo e solidarietà umana, espressione di autentico senso del dovere. In questo triste anniversario desidero esprimere la mia vicinanza ai familiari e a quanti sono rimasti segnati dalle ferite e dal dolore”. E conclude: “La ferma risposta del popolo italiano sconfisse allora le trame oscure e criminali, difendendo l’ordine democratico. La solidarietà del Paese raccolta intorno ai beni cruciali e indivisibili della libertà e del rispetto della vita delle persone resta la risorsa contro l’insorgere di qualunque minaccia o di ogni forma di violenza“.

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