La nuova legge “Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura” approvata alla Camera e che ora dovrà passare al vaglio del Senato, a mio avviso, penalizza tutto il settore. In particolare, l’articolo 8 annuncia che gli sconti potranno essere al massimo del 5% per raggiungere il 15% per i libri di testo. Inoltre, prevede che le case editrici, per un solo mese all’anno, potranno offrire sconti fino al 20%, con esclusione dei titoli pubblicati nei 6 mesi precedenti a quello in cui si svolge la promozione. E precisa che anche i punti vendita possono, una sola volta l’anno, applicare sconti sui libri fino ad un massimo del 15%.

Ho letto più volte, ma non mi è chiaro come faranno le librerie a proporre sconti solo una volta l’anno, in quanto dovranno adeguarsi alle tempistiche delle case editrici. Gli sconti saranno per tutti nello stesso mese come avviene per l’abbigliamento? Ma i libri non sono magliette o scarpe. Forse nel passaggio al Senato questo punto verrà chiarito meglio. Ovviamente questo provvedimento vale anche per le versioni digitali e quindi anche per gli e-book gli editori non potranno più fare le promozioni per attirare l’attenzione su romanzi che non hanno ottenuto il successo sperato o semplicemente sono di un autore alle prime armi.

In questo caso, forse, i più penalizzati sono i self-publisher che spesso avevano solo la strada della promozione per evidenziare un titolo nel mare magnum dell’autopubblicazione. Come ho più volte spiegato, oltre a una storia avvincente, una bella copertina e a un buon editing, una valida strategia di marketing contribuisce a conseguire il successo. E sconti e promozioni giocano un ruolo molto importante per bilanciare il fatto di non avere un editore alle spalle. E poi c’è un altro elemento da non sottovalutare: come si comporterà Amazon? Per ora le promozioni ci sono. Ogni settimana ricevo una email che mi suggerisce libri a prezzi scontati. Inoltre, è bene ricordare che la società di Jeff Bezos opera in Paesi dove ci sono diverse leggi più o meno restrittive sul prezzo dei libri.

Sarà interessante vedere cosa accadrà quando la legge sarà approvata in via definitiva: continuerà a proporre promozioni con libri a 0,99 o a costo zero? O si adeguerà alla normativa italiana? In un settore che fa fatica a raggiungere il segno positivo, non riesco proprio a comprendere le motivazioni di questa legge. E, a mio parere, è una goccia nell’oceano anche la proposta di una “Carta della cultura”, dell’importo nominale pari a 100 euro, destinata, in particolare, all’acquisto di libri, anche digitali, da parte di cittadini italiani e stranieri residenti nel territorio nazionale e appartenenti a nuclei familiari economicamente svantaggiati.

Secondo il presidente di Aie-Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi non ci sono i fondi necessari per tradurlo in pratica. E mancano anche gli investimenti per evitare che tutto si traduca in una vuota promessa. Ho anche parlato con alcuni amici librai e non sono per niente felici: le promozioni hanno sempre richiamato pubblico che acquistava i libri scontati ma anche a prezzo pieno. Spesso i lettori attendevano i “saldi” degli editori blasonati per fare grandi acquisti. E poi entravano in libreria anche nuovi clienti che desideravano approfittare del prezzo ridotto per comperare quel libro di cui avevano tanto sentito parlare. Insomma pare che con un solo colpo il nostro governo sia riuscito a scontentare tutti: editori, librai, lettori e scrittori.

Gli unici felici sono gli autotrasportatori che continueranno a fare su e giù per la penisola con il loro carico di libri invenduti e destinati al macero. Almeno questo con i libri digitali non accade: non c’è lo spreco di carta, di carburante e non si inquina con gli spostamenti dei volumi.

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