“Mi volete dare la colpa del risultato delle Europee? Va benissimo. Ma io questa campagna elettorale me la sono fatta da solo“. E, “scusate se mi incazzo se quelli che non sono venuti sul palco con me il giorno dopo le Europee stavano, e stanno ancora, in giro per l’Italia a presentare libri. Perché questo mi fa incazzare molto se permettete”. E’ Luigi Di Maio che parla sul palco dell’assemblea territoriale M5s della Lombardia. Ancora una volta davanti agli attivisti e ancora una volta contro l’ex deputato 5 stelle Alessandro Di Battista che ha appena pubblicato il libro “Politicamente scorretto” (Paper First). Solo il 22 giugno scorso, all’assemblea territoriale di Terni, Di Maio aveva espresso i suoi malumori per le critiche del collega contenute del testo, ma subito entrambi erano corsi ai ripari evocando “chiarimenti”, “telefonate” e “polemiche montate ad arte”. Solo oggi, intervistato dal Corriere della Sera, proprio Di Maio aveva detto: “Alessandro è una figura importante nel Movimento e tutti speriamo che torni a dare una mano concreta. Quando si è al governo, il lavoro è tanto e servono braccia”. Venerdì 5 luglio invece, Di Maio si è confrontato con la base milanese, quella degli attivisti dello storico Meetup numero 1 e, di nuovo, è tornato ad attaccare Di Battista lasciando intendere che il clima tra i due esponenti del M5s è ancora molto teso.

L’assemblea, rigorosamente chiusa ai giornalisti, è iniziata alle 17 ed è durata fino a tarda sera. Si tratta di uno dei tanti incontri territoriali che il capo politico sta seguendo in prima persona proprio per parlare della riorganizzazione del Movimento. Di Maio ha toccato tutti i punti più delicati del M5s. A partire dalla sua leadership e da chi l’ha messa in discussione: “Io sono capo politico e ministro”, ha detto. “Mi sono rimesso al mandato della rete non per farmi dire sì da Rousseau. Qualcuno ha detto non partecipiamo al voto, abbiamo fatto il record di sempre di partecipazione. Ora a qualcuno questa cosa non piace. Va bene, figuratevi. C’è anche un altro che crede che io non debba neanche chiedere al Movimento se restare o andare via, lo può dire. E lo può pretendere. Può fare pure le campagne contro di me”. Il ministro M5s ha rivendicato quanto fatto nella campagna per le Europee nonostante la clamorosa sconfitta di fine maggio: “Mi volete dare la colpa del risultato delle Europee? Va benissimo. Ma io questa campagna elettorale me la sono fatta da solo. Ho fatto un appuntamento per Regione in tutta Italia. Ho trattato tutte le Regioni uguale. ho fatto 10mila chilometri in meno di un mese. E scusate se mi incazzo se quelli che non sono venuti sul palco con me il giorno dopo le Europee vanno e stanno ancora in giro per l’Italia a presentare libri. Perché questo mi fa incazzare se permettete”.

 

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