Non è la prima volta che si verifica. Si fanno degli scavi e si trovano dei resti antichi. A quel punto si ricopre tutto e si procede all’opera progettata. Ma quel che accade a Pozzuoli, comune del napoletano nel quale le testimonianze archeologiche dell’epoca romana sono numerose, è davvero paradossale. A maggio 2016 il Comitato Interministeriale per la programmazione economica approva il Piano stralcio “Cultura e turismo”, che include l’intervento per il sistema territoriale turistico-culturale del Parco archeologico dei Campi Flegrei con la finalità di valorizzare il sistema dei beni e dei siti archeologici su cui è competente il Parco. Dei 23 milioni messi a disposizione dal Mibac, 3,9 sono destinati a Pozzuoli. Soldi da investire per la riqualificazione dell’area e, soprattutto, la creazione di nuovi parcheggi, tra cui quello di via Luciano per il quale si stanziano 213.334,55 euro.

Ma il parcheggio progettato in quest’area porterebbe alla tombatura (con possibile distruzione), dei resti di tabernae romane, individuate negli scavi. Il via libera è arrivato nel novembre 2018 dal Direttore del parco archeologico dei campi Flegrei. Il consiglio approva in data 20 novembre il progetto di fattibilità tecnico-economica, con soddisfazione del sindaco Pd Vincenzo Figliola, secondo cui la nuova “mobilità sostenibile e diversificata … andrà di pari passo con la valorizzazione e il restauro dei siti archeologici”. Ma certo per il parcheggio di via Luciano qualche perplessità rimane.

“Ma come? Si fanno degli scavi per riportare alla luce delle antiche tabernae, risalenti al I sec. a.C. per poi ricoprirle con il cemento? Eppure in un accordo del 2013 con la Soprintendenza archeologica, il Comune si era anche impegnato ad effettuare la pulizia del sito”. I consiglieri del M5S di Pozzuoli, Antonio Caso e Domenico Critelli proprio non riescono a capire il motivo di questo intervento. Un parcheggio a servizio del vicino Stadio di Antonino Pio, peraltro “visitabile in occasione di aperture straordinarie”. Il sindaco Figliola cerca di rassicurare sostenendo che “Per ora siamo in una fase preliminare della progettazione che è allo studio degli esperti e che … comunque non prevede alcuna copertura con cemento”. Non solo. C’è anche la questione del lungo abbandono dell’area. Infatti nel 2011 dopo anni di incuria, durante i quali vegetazione infestante ed immondizie ne impedivano persino la vista, il sito era tornato fruibile, grazie all’impegno dell’Associazione Angeli Flegrei. Una breve parentesi. Da lì a poco, ancora incuria, nonostante nel 2013 il Comune, insieme a Soprintendenza archeologica e a Regione Campania, avesse sottoscritto un protocollo d’intesa per il recupero e la valorizzazione.

Ma il paradosso è sotto gli occhi di tutti. Con fondi del Mibac si vorrebbero incrementare i servizi di una delle aree archeologiche più importanti di Pozzuoli. Al prezzo però di distruggere un’altra area archeologica. Per la quale non sembra esserci alternativa tra abbandono e tombatura.

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