“Il momento più bello ed emozionante era lo spegnimento delle luci nella sala. Quel doppio click a intermittenza che annunciava l’inizio del film”. Sono passati oltre 70 anni e Antonio Sancassani, mitico proprietario e programmatore indipendente del Cinema Mexico di Milano, ricorda come fosse ieri il suo battesimo nel mondo delle sale cinematografiche, gli inizi, la nascita di una passione che lo ha accompagnato per tutta la vita e che ancora oggi gli trasmette quella carica e quell’energia che gli consente di essere felice e soddisfatto del suo lavoro.

Sono andato a trovarlo nel suo ufficio accanto al cinema Mexico di via Savona per una chiacchierata a ruota libera. Sui muri delle due stanze comunicanti i ricordi di una vita. Fotografie, locandine, manifesti di film. A cominciare da The Rocky Horror Picture Show, il suo grande marchio di fabbrica. Il film che ha rappresentato una svolta nel suo percorso professionale. Quando alla fine degli anni Settanta Sancassani rilevò il Mexico, che era a rischio chiusura, lo fece anche per realizzare un sogno: avere un cinema tutto suo. In quel periodo vi si proiettava un film di Woody Allen, Provaci ancora Sam, e il biglietto costava poco più di un caffè. La sua idea iniziale fu quella di puntare sui film musicali e quindi cominciò con Woodstock e proseguì con Jesus Christ Superstar, Tommy, Hair, fino ad arrivare al Rocky Horror. Quest’ultimo film “venne proiettato senza successo nell’estate del 1975 al Durini di Milano”, racconta Sancassani, “e due anni dopo, quando decisi di rilanciarlo, fu un clamoroso trionfo di pubblico. C’era una sola copia del film in zona, ed erano previsti passaggi in altri cinema fuori città. Dovevo restituirla al distributore, ma aveva fatto il tutto esaurito ogni sera e non volevo smontarlo. Ricordo che una mattina presi i borderò e mi recai negli uffici della Fox per convincerli a lasciarmi la pellicola. Cifre alla mano, non fu molto difficile persuaderli”.

Ma la grande intuizione del “ boss”, come lo chiamano da queste parti, fu nel 1981. L’idea fu quella di proporre uno spettacolo interattivo proprio con questo film, facendo partecipare attivamente sia gli attori sul palcoscenico che il pubblico, contemporaneamente alle scene proiettate sul grande schermo, come aveva visto fare in una scena di Saranno famosi di Alan Parker. Un successo che dura da quasi 40 anni e viene riproposto in ogni stagione per molti mesi, il venerdì.

Nel corso di questo lungo periodo il Mexico si è consolidato come punto di riferimento cittadino del cinema d’essai. Sono tante le pellicole proposte da Sancassani che col tempo si sono imposte all’attenzione del pubblico. In tanti, a cominciare da me, quando c’è da scegliere qualcosa da vedere controllano il sito con la sua programmazione. A volte si va a fiducia, con la consapevolezza che il boss difficilmente delude. Molti i film che si ricordano: Patria di Felice Farina, Il primo incarico di Giorgia Cecere, Mar Nero di Federico Bondi. “Il mio preferito, un inaspettato straordinario successo estivo, resta Singolarità di una ragazza bionda, uno degli ultimi film di Manoel de Oliveira“. Insomma, si va al Mexico con la voglia di farsi sorprendere.

Una di queste grandi sorprese è stato Il vento fa il suo giro di Giorgio Diritti. Un film che faceva fatica a trovare una distribuzione. Sancassani ci credette da subito, dopo aver visto il dvd per caso. E fu un altro successo eclatante, un caso cinematografico addirittura da record. Quasi due anni di programmazione ininterrotta. “Senza dubbio il mio film del cuore tra quelli che ho proposto. Con Giorgio si creò un’amicizia e una solidarietà speciali. È stato un film che ho visto crescere giorno dopo giorno, e dal quale non volevo più staccarmi per tutte le soddisfazioni che ci aveva dato. Arrivavano da ovunque per vederlo. Alcuni più di una volta. Ci inventammo serate offrendo anche il formaggio di capra delle valli occitane al pubblico, che dopo aver visto il film si ingolosiva e desiderava visitare quei luoghi sconosciuti e affascinanti”.

Cosa aggiungere ancora? Nell’epoca dei palazzi del cinema, delle “multisala cattedrali” nelle periferie, l’idea di cinema di Antonio Sancassani è uno degli ultimi baluardi che ancora resistono e provano a opporsi a tutto questo. Due anni fa un film di Michele Rho, Mexico! un cinema alla riscossa, ha provato a descrivere questa storia. “Mi hanno invitato in moltissimi posti a presentarlo”, ricorda ancora Sancassani, e si commuove quando pensa alla serata di Livorno con quel prolungato applauso durato oltre un minuto. Un documento che ha testimoniato un’ulteriore prova di affetto e di stima verso questo grande personaggio che ancora oggi lotta per non perdere la sua libertà di esercente, e che non rinuncia alla sfida per affermare la sua voglia di indipendenza.

Andate a trovarlo. È molto probabile che lo possiate incontrare nell’atrio del suo cinema, dove potreste scambiare con lui opinioni sugli ultimi film. E ringraziatelo. Alcune perle di cinema andrebbero perse, se non fosse per la caparbietà e la testardaggine del boss che è rimasto tra i pochi ad offrire uno spazio alternativo dedicato a quegli autori che altrimenti non conosceremmo mai.

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