Sarà gara5, la bella, a decidere l’esito della semifinale. E non poteva che essere così, considerate le pretendenti in campo: Venezia e Cremona, due squadre che non mollano mai. E forse, mentre dall’altra parte Sassari è passata come un rullo compressore su Brindisi e Milano (3 a 0 in entrambe le serie), c’era pure da aspettarselo. Seppur giocando una pallacanestro antitetica, Reyer e Vanoli hanno dimostrato di equivalersi lungo tutto il campionato e, ora, anche nel corso dei playoff.

In gara4 i veneti hanno portato la sfida sul 2 a 2, superando Cremona 78 a 75, soprattutto grazie alla difesa. Gli uomini di Meo Sacchetti segnano appena 31 punti nel primo tempo. Una miseria. E i padroni di casa vanno avanti addirittura di 26 punti. Quando i lombardi, tentando di compiere il mezzo miracolo sportivo, sono lì lì per l’aggancio a meno di un minuto dalla fine, sono le giocate difensive di Julian Stone e Michael Bramos su Drew Crawford a chiudere i giochi. Con l’Mvp del campionato che chiuderà con 0/10 dal campo, 2 punti (ai liberi) e -6 di valutazione. Da segnalare, nella metà campo offensiva: Mitchell Watt, 19 punti con 8/8, praticamente immarcabile; Stefano Tonut, che al di là dei 17 punti (6/16), 6 rimbalzi, 3 assist e 5 falli subiti. ha segnato in momenti chiave della partita.

GARA5, QUI CREMONAIl -26 in cui è sprofondata la Vanoli è un segnale preoccupante. In campionato imbarcate del genere non si sono viste (con Cantù, Varese e Trieste i tre giri a vuoto più evidenti). E il motivo, a parte l’ottima prestazione difensiva di Venezia, potrebbe risiedere nella stanchezza dei giocatori: al Taliercio le squadre hanno dovuto sopportare le fatiche in un palazzetto rovente oltre ogni limite (il Palaradi è un filo meglio, un filo) e in più le rotazioni, per Sacchetti, sono più corte. Secondo punto, già accennato: Crawford non è Crawford, a meno che i Nerdlucks di Space Jam, per qualche strana ragione, non gli abbiano rubato il talento. Senza di lui, Cremona farà fatica ad agguantare la prima finale della sua storia. Terzo punto: Travis Diener è uscito a pochi minuti dall’inizio per – forse – un infortunio all’alluce (“Non stava bene già in gara3” ha detto Sacchetti). Bisogna capire se e come recupererà per l’atto conclusivo. Le note positive: la Vanoli ha ribaltato una partita che sembrava già scritta con una tenacia senza pari. In più, seguendo il filo del ragionamento, lo ha fatto senza i due già citati uomini-chiave, Diener e Crawford, e tirando con il 20% da tre.

GARA 5, QUI VENEZIA – Quando riesce a mordere in difesa e, in contemporanea, a eseguire i propri schemi in attacco in scioltezza, l’Umana è (quasi) inarrestabile. Il primo tempo da 49 a 31 lo dimostra. I segnali positivi per coach Walter De Raffaele sono tanti: il gioco sotto canestro funziona perché produce punti (26 per la coppia di lunghi Watt-Vidmar) e perché apre il campo permettendo agli esterni di tirare con vantaggio. Funziona, benissimo, Tonut (avevamo detto, prima dell’inizio dei playoff, che avrebbe potuto prendere per mano la squadra) che quando attacca il ferro spesso segna, subisce un fallo o crea per i compagni. I mastini Bramos e Stone, in marcatura su Crawford, lo stanno annullando, e nel computo dei rimbalzi (da cui sono nati decisivi secondi tiri) sembra non ci sia storia. Cosa potrebbe, invece, preoccupare la Reyer: nel secondo tempo c’è stato un black out prolungato da entrambi i lati del campo, con palle perse e tiri costruiti male, e spaziature non sempre perfette. La squadra si è disunita come spesso le è capitato in questa stagione. Il tiro da 3 va meglio rispetto a quello di Cremona, ma non è che faccia faville: 17% in gara3, 29% ieri sera. Il fattore campo? Abbiamo visto che è saltato da entrambe le parti. Quindi sì, in teoria Cremona gioca tra le mura amiche. Ma siamo sicuri che sarà un match combattuto fino alla fine.

Twitter: @albmarzocchi

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