È partita la demolizione delle abitazioni accanto a ciò che resta del Ponte Morandi, a Genova. Con l’uso di ‘pinze idrauliche‘ al posto della dinamite, per limitare l’impatto sulla salute delle centinaia di persone costrette a vivere a pochi passi dall’area di cantiere, gli operai della struttura commissariale stanno radendo al suolo i condomini di via Porro. Come si può osservare dalle immagini girate nell’area di cantiere, da giorni volano dalle finestre delle case abbandonate il 14 agosto gli ultimi armadi che agli sfollati non è stato permesso di portar via in questi mesi, mentre i colpi dei mezzi meccanici abbattono gli edifici pezzo per pezzo, sradicando ringhiere e balconi.
Dopo mesi di attesa, in questi giorni è stato anche stanziato un indennizzo per i residenti ai confini della zona rossa, della zona cosiddetta arancione e tutte le vie limitrofe al cantiere. Cifre di rimborso una tantum per i danni subiti a causa del cantiere che vanno dai 4 ai 20mila euro in base alla vicinanza dal cantiere. “Pensavamo che avessero voluto mantenere le promesse fatte da tutti i politici che ci sono venuti a trovare – spiega Giorgio Sacchi per il Comitato Abitanti ai Confini della Zona Rossa – ovvero darci un rimborso per i danni già subiti, invece hanno inserito una clausola ‘beffa’ che ci impedisce, qualora accettassimo l’indennizzo a far valere i nostri diritti in caso di danni che potranno avvenire nei prossimi mesi a causa dei lavori del maxi-cantiere”. I residenti accettano ovviamente di buon grado un rimborso per i danni subiti in questi mesi di strade chiuse, polveri, traffico e per alcuni spese per l’affitto di un appartamento lontano dal caos, ma non si capisce per quale motivo questo risarcimento debba comportare la rinuncia all’esercizio dei propri diritti in caso di ulteriori e/o più gravi danni futuri. “Se è tutto sicuro – si chiedono gli abitanti del Comitato ai Confini della Zona Rossa – perché mettono quella clausola? Sembra quasi che anche loro, come noi, temano che l’implosione che intendono fare di quel che resta del Ponte, possa fare danni alle nostre abitazioni ben superiori al massimo di 20mila euro da questi indennizzi”
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