Oggi c’è Sky (e un pezzettino di Dazn) domani chissà. In futuro il tifoso potrebbe vedere il campionato in modo completamente diverso: un nuovo “canale della Serie A”, un prodotto e soprattutto un abbonamento unico (la cosa che più sta a cuore ai fan e al loro portafoglio), distribuito su piattaforme differenti, dalla solita tv satellitare e il digitale terrestre allo streaming internet, e perché no anche sullo smartphone con le compagnie telefoniche. Il 2021, anno in cui scadranno gli attuali contratti, non è poi così lontano, la Lega già lavora alla prossima asta sui diritti tv. C’è anche la data: il bando potrebbe essere pubblicato a dicembre 2019. E c’è un piano alternativo alle tradizionali pay-tv, firmato dagli spagnoli di Mediapro.

DOPPIO ABBONAMENTO E NIENTE CONCORRENZA – Il 2018 ha già segnato a suo modo una rivoluzione: è finito lo storico duopolio Sky-Mediaset, che aveva trasmesso (e foraggiato) il calcio italiano per oltre un decennio. Come riportato nell’inchiesta del Fatto Quotidiano, però, il primo anno della coppia Sky-Dazn non è stato certo un successo: il doppio abbonamento ha fatto scappare i tifosi e crollare gli ascolti. Meno 700mila abbonati, meno 30 % di audience cumulata. Non è per questi numeri o per preoccupazione per i suoi tifosi che la Serie A sta pensando seriamente di cambiare modello. Non soltanto, almeno. Prima c’erano due pay-tv che si contendevano i diritti dei match, ora di fatto non c’è più concorrenza, come certificato anche dall’Antitrust, che riconoscendo la sua “posizione dominante” ha vietato al colosso di Comcast nuove esclusive online. In un regime sostanzialmente monopolistico, sarà difficile fra due anni strappare un nuovo contratto vicino al miliardo: c’è il rischio di ritrovarsi di nuovo con l’acqua alla gola, come successo nel 2018. Per questo la Lega pensa di cambiare.

LA PROPOSTA DI MEDIAPRO – La rivoluzione su cui proprio in questi giorni ragionano i presidenti della Serie A porta la firma di Mediapro: è la stessa società che l’anno scorso aveva provato a comprarsi i diritti del calcio italiano, arrivando a promettere oltre un miliardo di euro, salvo poi tornarsene in patria con la coda tra le gambe, tra promesse, pagamenti mancati e denunce incrociate. I 64 milioni di caparra trattenuti dalla Lega da oggetto di contenzioso legale sono diventati sorprendentemente l’occasione di un nuovo dialogo. Gli spagnoli, che intanto si sono affidati all’ex manager Sky Matteo Mammì e ascoltano sempre i consigli di Marco Bogarelli, regista dell’operazione, vogliono diventare il partner del canale, mettendo a disposizione mezzi, competenze e soprattutto capitali. MediaPro si dice pronta a garantire un minimo di un miliardo e cinquanta milioni a stagione per il primo triennio e un miliardo e cento milioni per il secondo, con una fideiussione firmata dalla casa madre “Joye Media srl”. La proposta, dunque, è valida addirittura fino al 2027. L’amministratore della Lega, Luigi De Siervo, è comunque intenzionato a fare un bando aperto a tutti: se la Lega non assegna i diritti, firma un contratto di esclusiva con MediaPro per la fornitura di “servizi tecnici e commerciali” per la costruzione del canale della Lega. Piccola contro indicazione: se invece i diritti dovessero essere venduti in maniera tradizionale, ci sarà da pagare una penale (magari proprio la famosa caparra, da restituire). Ma sia a Milano che a Barcellona sono convinti che stavolta andrà diversamente.

Il PIANO DEL CANALE DELLA LEGA – Il piano industriale del canale punta a raggiungere immediatamente 4 milioni di abbonati. Confermando in blocco gli attuali 3,2 milioni di satellite e digitale terrestre, zoccolo duro di fan, che potrebbero anche non avere necessità di cambiare offerta visto che Sky potrà continuare (se vorrà) a trasmettere il calcio, solo senza più esclusiva. Recuperando almeno 200mila abbonati persi dopo l’uscita di scena di Mediaset. Soprattutto sfondando sul mercato delle nuove tecnologie streaming, nuovo orizzonte che Dazn ha avuto il merito di inaugurare in Italia (anche se con risultati contrastanti a causa di un’offerta limitata): le piattaforme OTT (Over the top, cioè online), e in futuro magari anche le Telco (le compagnie telefoniche), valgono almeno 900mila clienti, tra ex abbonati che hanno disdetto e nuovi che fino ad oggi non avevano mai avuto un’offerta calcio. Per il tifoso vorrebbe dire un nuovo canale da vedere come preferisce, 7 giorni su 7, partite sabato e domenica e programmi tutta la settimana, 3.500 ore di contenuti a stagione. Un prodotto unico, magari declinato in maniera (e prezzo) differente a seconda delle piattaforme: il 4K e il massimo della tecnologia su satellite, offerta basic su smartphone e streaming. Prezzi minori (da circa 30 euro al mese), niente doppi abbonamenti.

IL NUOVO BANDO A DICEMBRE 2019 – Stiamo correndo troppo: per ora sono solo progetti ma il tempo scorre. Stavolta la Lega non vuole farsi trovare impreparata come è successo un anno fa. La proposta di Mediapro è sul tavolo e forse già entro l’estate ci sarà una votazione per decidere se procedere su questa strada. Quindi a dicembre 2019 il nuovo bando per il triennio 2021-2024, ma con un piano B già definito. Nel caso le offerte non raggiungessero il miliardo e i diritti non fossero venduti, il canale della Serie A verrebbe lanciato nella primavera 2020, così da avere un anno per mettere a punto tutti i dettagli nella distribuzione ed essere pronti per l’inizio del campionato 2021-2022. La guerra dei diritti tv del pallone sta per ricominciare.

Twitter: @lVendemiale

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