Prima accetta le dimissioni del viceministro condannato per peculato Edoardo Rixi, allo scopo, rivendica, di “tutelare lui, la sua famiglia e il governo”. Poi Matteo Salvini attacca la magistratura, paragonando diversi casi giudiziari, e provoca il M5s: “Che esultino le opposizioni è comprensibile, che lo facciano gli alleati di governo…”.
“Ringrazio Edoardo su cui metto la mano sul fuoco, ovviamente io non nomino neanche mezzo sottosegretario in più, perché conto che entrambi i sottosegretari dimessi e dimissionari tornino a fare i sottosegretari, visto che conto sulla loro totale innocenza”, ha continuato Salvini, riferendosi ad Armando Siri e Edoardo Rixi. “Ricordo che un paese civile prevede che qualcuno sia colpevole a sentenza definitiva”. Eppure, sulle dimissioni di Rixi la Lega ha fatto un passo indietro, rispetto a quanto aveva dichiarato il capogruppo leghista al Senato Romeo, secondo cui Rixi sarebbe rimasto al governo anche in caso di condanna: “Retromarcia? Le parole di Romeo? L’ho fatto per tutelarlo dal massacro mediatico che aveva già avuto Armando Siri. Non volevo fosse dipinto come il ‘mostro di Firenze’ per i 15 giorni a seguire”, ha rivendicato.
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La batosta del M5s non ne intacca il valore. Ma al suo interno ci sono personalità ben diverse

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