Festeggiando i suoi cinquanta anni di carriera, Konami, storica casa giapponese famosa per saghe come Silent Hill e Metal Gear ha annunciato ben tre raccolte dei suoi grandi classici, promettendo agli appassionati di rivivere i fasti dei suoi anni migliori, anni in cui nasce questa prima Collection, tutta dedicata ai classici da sala giochi di Konami; della raccolta fanno parte otto titoli che hanno fatto la storia degli arcade giapponesi: Scramble (1981), TwinBee (1985), Nemesis (1985) Life Force (1986), Vulcan Venture (1986), Typhoon (1987), Thunder Cross (1988) e infine Haunted Castle (1988), forse troppo pochi per essere una collezione significativa della gloria vissuta da Konami nelle sale giochi, soprattutto a ridosso degli anni novanta che qui non sono stati minimamente sfiorati.

Il primo impatto è straniante, la mancanza di classici senza tempo come Track & Field o Frogger lascia perplesso qualsiasi giocatore con un minimo di conoscenza storica non solo della software house giapponese ma in generale del gaming; quando poi ci si rende conto che mancano all’appello grandi classici come Sunset Riders o Mystic Warriors, che indubbiamente necessitano di essere riproposti al grande pubblico emerge la svogliatezza di questa Collection, che presenta praticamente solo sparatutto tranne Haunted Castle, capitolo da sala giochi della saga di Castlevania, finendo per annoiare qualsiasi tipo di giocatore per la poca varietà.

Se la giocabilità è indubbiamente indiscutibile sui titoli qui contenuti lo stesso non si può dire dell’emulazione, in alcuni casi altalenanti e con disturbi sul comparto audio, probabilmente a causa di una compressione non ottimale, cosa strana data la grandezza minima dei giochi contenuti nella collection; altro punto critico di questa prima collection (ne sono previste altre due incentrate su Castlevania e Contra) è la resa grafica, se sui menù scarsi possiamo tranquillamente far finta di niente le problematiche si rivelano invece sulla scelta del formato mostrato, un 4:3 classico o un 16:9 senza filtri, che stiracchia tutte le immagini per lo schermo brutalizzando i pixel della vecchie glorie di Konami, a poco servono le scanlines applicabili per ridurre questo problema, sarebbe bastato inserire qualche opzione in più per rendere più tollerabili questo tipo di problematiche ma pazienza.

Molto interessante il book contenuto in formato digitale anche se un po’ macchinoso, che fornisce tantissime informazioni sui classici contenuti in questa collection e sul materiale di produzione che Konami ha utilizzato ai tempi di realizzazione di questi giochi che indubbiamente hanno fatto la storia, anche se la visione del parco titoli mostrato qui è molto limitata.

In definitva una collection che risulta quasi svogliata ma che potrebbe piacere agli appassionati del genere o a chi ama rigiocare certi classici ciclicamente, soprattutto nella modalità portatile offerta dalla piccola di casa Nintendo -console su cui è stata effettuata la prova-. Incrociamo le dita sperando che le nuove Collection in uscita prossimamente siano gestite meglio, dato che Konami ha un eredità importante da trasmettere alle nuove generazioni e sicuramente i suoi giochi storici meritano un trattamento migliore da quello riservato in questa collection.

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