Maggio è il mese della masturbazione. Scopriamo perché e tenete allacciate patte e cinture.

Nel dicembre del 1994 la dottoressa afroamericana Joycelyn Elders, pediatra e responsabile della Sanità pubblica, fu costretta a dimettersi dall’allora presidente Bill Clinton. Il motivo? La simpatica signora, oggi ultraottantenne e con una vaga somiglianza a Weezie Jefferson, ebbe l’ardita e pioneristica idea di proporre nelle scuole testi che affrontavano argomenti come contraccezione e autoerotismo. In un periodo storico in cui l’Aids mieteva vittime, Elders era convinta che insegnare agli adolescenti questa pratica fosse molto importante. Si giocò il posto.

Questa vicenda diede uno spunto pubblicitario geniale ad un sex shop di San Francisco: indire una sorta di maratona della masturbazione nel mese di maggio, per sensibilizzare gli acquirenti del negozio. Non solo: si voleva sostenere il messaggio positivo ed educativo della dottoressa, cacciata per altro in malo modo.

Veniamo ai giorni nostri. Sul web si può trovare una sorta di calendario dell’avvento che quotidianamente dà informazioni e coinvolge i lettori con storie sulla petite mort. Vi piace l’idea? A me no. I siti che vendono sex toys si sfregano le mani – e qui il doppio senso ci sta! – per via delle tante modalità wireless, siliconiche, vibranti, risucchianti per garantire orgasmi spaziali in solitaria. Blog che fino a ieri parlavano di uncinetto o di viaggi a Lourdes, in maggio colgono l’occasione per spiegare alle donne come si fa a titillare il clitoride.

Per gli uomini, cito Elogio di Federica la mano amica (Pironti ed.) del mio concittadino Gianluca Morozzi. Nel pamphlet vengono elencate le varie tipologie di sega: dalla “Sega best of” a quella “d’impeto” passando per la “Carpe diem”. E non mi riferisco agli attrezzi del falegname, né al ballo creolo delle Seychelles. Altri spunti li trovate in questo mio precedente post, dove bistecche e lenticchie sono gli ingredienti per un perfetto handjob.

Interessante e al contempo inquietante il trattamento usato in epoca vittoriana: “I manuali medici la affrontano nei termini più severi, incolpando la masturbazione maschile del conseguente esaurimento degli umori vitali del corpo, ma anche per ogni malattia immaginabile come la cecità, l’impotenza, l’epilessia, la stanchezza cronica, il disordine mentale. Ai ‘malati cronici’ i medici raccomandavano frequenti cambiamenti nella dieta, l’aumento dell’attività fisica e la preghiera. Per i casi disperati, i medici a volte raccomandavano misure disperate. Venivano venduti cordiali e medicine brevettate, ma anche cure più invasive, come lo shock elettrico ai genitali. Secondo il libro Sexualities in Britain, negli anni 50 dell’800 alcuni medici prescrissero la circoncisione come trattamento estremo alla masturbazione”. Terribile The Electric Alarum, che prevedeva nel 1887 una terapia shock ai genitali maschili.

Le donne poi venivano rinchiuse negli ospedali psichiatrici. Oggi, nonostante i grandi passi avanti e l’emancipazione, trovo sempre molto utile che se ne parli, che si educhi a questa pratica che per molte è ancora tabù. Il modo però deve essere professionale e garbato. E anche con quel velo di pudore che in questo secolo pare sia scomparso. Infine non sono così convinta che sbandierare “io mi masturbo” sia sinonimo di piacere supremo garantito. Secondo un sondaggio della Durex solo il 15% delle donne raggiunge l’orgasmo durante il rapporto sessuale. Quindi dubito che con il self help la situazione migliori. Se poi consideriamo l’enorme quantità di haters, qualcosa non torna.

Concludendo (cito il caro Mike Bongiorno in una celebre pubblicità) vi esorto a brindare alle mani, ai velluti, ai toys, alle carezze purché siano scoperta ed erotismo sincero. E sempre sia lodata la dottoressa Elders!

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