“Da due indagini, una al Nord, nella cosiddetta e presunta capitale morale d’Italia, e un’altra nella regione italiana forse più disastrata, e cioè la Calabria, abbiamo avuto una fotografia della vera emergenza italiana: non gli immigrati e altre scemenze, ma la corruzione della classe politica-imprenditoriale più malfamata d’Europa“. Così, a Dimartedì (La7), il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che aggiunge: “E’ nella corruzione che c’è il vero freno alla crescita in Italia. Ci sono due novità rispetto a Tangentopoli: oggi i politici sono dei nani, e quindi si accontentano di cifre miserabili e si vendono per quasi niente rispetto a un tempo in cui si facevano pagare almeno bene. In più c’è la presenza sempre più stabile della mafia, della ‘ndrangheta, della camorra al tavolo degli appalti. Una volta quello avveniva soprattutto nel Sud, adesso anche nella capitale morale”.

Travaglio spiega: “Per il resto, non c’è più ricambio nelle classi dirigenti, nemmeno tra i tangentari e faccendieri. Quindi, anche in questo caso ritroviamo gente già condannata 10-15 anni fa per corruzione, che continuava a regnare in Forza Italia e un decennio dopo ricominciava a prendere mazzette. In questi casi, si dice: ‘nonostante la condanna già riportata’. Io direi: ‘proprio in ragione della condanna già riportata’. Fa curriculum essere pregiudicati. E’ il risultato di una classe politica che non caccia a pedate nemmeno i condannati in via definitiva. Prima ti dicono: ‘Aspettiamo le sentenze’. Poi arrivano le sentenze e non fanno niente”.

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