La MotoGp torna in pista per il gran premio di Spagna sulla pista di Jerez, dove quest’anno verrà intitolata la curva 6 a Dani Pedrosa, il due volte campione del mondo della 250 ritiratosi al termine della scorsa stagione e adesso alla Ktm come collaudatore. Ed è proprio questo argomento al centro della conferenza stampa dei piloti prima della gara. “Suona un po’ strano vedere un nome di un pilota associato alla curva. Non sono contrario, però per me è strano”, risponde Andrea Dovizioso. Ancora più netta la valutazione di Valentino Rossi: “Sono contento che Pedrosa abbia una curva intitolata a lui. Ma sinceramente non mi piacerebbe avere una curva con il mio nome in questo circuito, in generale è una cosa che non mi piace molto. E’ meglio forse che le curve abbiano altri nomi, più magici“. Chi la pensa diversamente è Marc Marquez: “Se la curva ha un significato speciale, allora a me piace che abbia il mio nome. Ad Aragon c’è una curva con il mio nome, io sono molto contento per questo”.

Dopo le parole, i piloti sono scesi in pista per assaggiare davvero le curve di Jerez. Nella prima sessione di libere, quarta tappa del Mondiale, al comando c’è proprio Marquez con il tempo di 1’37″921, davanti al connazionale e compagno di scuderia Jorge Lorenzo staccato di 0.124. Terzo tempo, a 0.191 per Maverick Vinales su Yamaha. Quinto il leader della classifica Dovizioso su Ducati, staccato di 0.229 da Marquez. Molto in ritardo per il momento Rossi che accumula quasi un secondo e mezzo di ritardo da Marquez. L’anno scorso sulla pista spagnola erano cominciati i problemi della Yamaha ufficiale che avevano poi compromesso la stagione: la tenuta delle gomme in questo fine settimana sarà il banco di prova per capire quanto è realmente migliorata la moto.

Molto indietro anche Andrea Iannone, 16esimo a 1.143, che arrivando a Jerez ha parlato dei problemi con la sua Aprilia: “La casa sta lavorando e devo dire che ad ogni gara tentano di portare qualcosina”, ha esordito il pilota abbruzzese. “Aleix Espargaro ormai si è abituato alla moto e quindi lui molti difetti non li vede – ha aggiunto Iannone commentando le migliori prestazione del suo compagno di squadra – Questo succede perché ormai lui ha imparato a passare sopra a certe cose, a conviverci, ma che vanno risolte“. “Io non voglio adattarmi a questo modo di lavorare, perché non è produttivo. Piuttosto preferisco andare più piano per far capire come deve comportarsi una moto durante una gara, per fare dei passi avanti e vederli nel tempo”, ha concluso Iannone.

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