Si stima che entro il 2050 la plastica galleggiante negli oceani supererà la quantità in peso dei pesci che vi nuotano. Ma l’installazione galleggiante, non bella vedersi e invasiva, fa già discutere.

Due surfisti australiani, stufi di stare in bilico su una tavola in mezzo alle plastiche, si sono messi d’ingegno e hanno inventato il SeaBin, il primo bidone galleggiante capace di raccogliere i rifiuti plastici presenti nel mare. La loro è una start-up che ha subito trovato il consenso di PlasticLess, il progetto pilota di Lifegate, che è considerata il punto di riferimento in Italia della sostenibilità e conta su una community di oltre 5 milioni di persone. Gli sponsor sono Klm e Armata di Mare, solida azienda di abbigliamento del gruppo Facib che dal 1959 fa capo alla famiglia Cortesi. In occasione del lancio di SeaBin sarà in vendita da OVS una capsule collection ecosostenibile ricavata dalle reti di pescatori trovate in mare.

All’inaugurazione napoletana davanti al molo dove ha sede la Lega Navale a tagliare il simbolico nastro c’era il campione olimpionico Massimiliano Rosolino. Il costo comprensivo anche di manutenzione per ogni singolo SeaBin è di 10mila euro all’anno per 500 chili di plastica (solo?) raccolti nel mare annualmente, compreso microfibre e microplastiche di cui spesso si nutrono anche i pesci. Al quale aggiungere per ogni post pubblicato correttamente, #perunmarepulito, un chilo di plastica all’anno raccolta dal mare. Più post verranno pubblicati più benessere sarà garantito al nostro splendido mare! Recita il fiducioso comunicato della Klm.

Sempre da comunicato Jerome Salemi, direttore generale Air France-Klm, informa: “Una filosofia del tutto coerente con il nostro impegno verso la sostenibilità che ha visto nel 2018, per il 13esimo anno consecutivo, il gruppo Air France-KLM quale unica azienda nell’ambito del trasporto aereo, ad essere presente all’interno del Dow Jones Sustainability Index (DJSI), la classifica europea stilata da Dow Jones di Standard & Poor’s e da RobecoSAM, basata sull’analisi delle prestazioni economiche, sociali e ambientali delle aziende”.

Un gigante globale, il Gruppo Air France-Klm, con una flotta di 537 aeromobili e 98,7 milioni di passeggeri trasportati all’anno (hanno appena inaugurato la rotta Napoli-Amsterdam), al quale chiediamo quale sia il loro impegno nel carbon off setting, quanto spendono all’anno per ridurre le emissioni inquinanti degli aerei. Arriva la perentoria risposta: “Purtroppo non comunichiamo questo dato”.

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