“La vita, amico, è l’arte dell’incontro”, così cantava Vinicius de Moraes e lui lo sapeva bene: si sposò ben nove volte. Credeva ancora di più nell’amicizia, diceva che uno non si fa degli amici, li riconosce. Amava fumare e bere whisky che per lui era un amico fedele, un cane imbottigliato. A me uomini così piacciono molto, sono uomini che hanno amato la vita fino in fondo. Sono uomini che non si sono raggelati in sterili igienismi, fino a diventare pallidi simulacri o tristi tubi digerenti senza passione.

La vita è un costante pericolo di morte, appena nati siamo già abbastanza vecchi per morire. La vita è mortale, ma i mortali sono viventi. Vivere è un verbo, vivere è il Verbo. Ognuno scelga il proprio stile, e declini questo verbo come gli pare, con la propria personalità. Il vizio ci rende molto più umani della virtù. Diceva Sandro Pertini: “Da un fumatore si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore”. Un paradosso delizioso. E quanto amo i lirici greci e la loro passione per l’amore e il vino, ecco alcuni versi di Alceo:

O amato fanciullo, prendi le grandi tazze variopinte
Perché il figlio di Zeus e di Sèmele
Diede agli uomini il vino
Per dimenticare i dolori.

E con volo pindarico passiamo ad Alberto Sordi, il nostro Albertone nazionale, quando schifa la mostarda e il latte nella mitica scena di Un americano a Roma, e si lancia contro i maccheroni per “distruggerli”. Questi sono gli uomini che amo: intrepidi, generosi fino alla follia, avvelenati dalla vita e dall’amore. D’altra parte, pur essendo rispettoso di ogni stile di vita, non riesco a non nascondere la mia antipatia per i salutisti e gli igienisti. Forse avrete sentito parlare di un buffo giornalista, un tale Panzironi, che ha inventato una dieta “paleolitica” per vivere fino a 120 anni!

Su alcune televisioni locali potete vedere una trasmissione che si chiama Il cerca salute, praticamente un gigantesco spot ininterrotto alla dieta farlocca di questo Adriano Panzironi che ha l’aspetto di un parrucchiere folgorato sulla via degli integratori alimentari. Si ascoltano testimonianze pilotate su come la pasta sia dannosa, una specie di killer maccheronico, mentre la via della salvezza, cioè di una lunga vita, consisterebbe in un ritorno all’età della pietra: caccia e pesca, escludendo legumi e cereali. L’età della pietra mi sembra un’ottima metafora per lapidare questa dieta-buffonata.

Certo che ci vuole del coraggio a prendersela con la pasta in Italia. Di questo bisogna rendere atto al nostro Panzironi: penso sia l’uomo più coraggioso d’Italia. Ma come? Sapete perché in Italia non si fa la rivoluzione? Perché c’è la pasta! Tra prendere in mano i forconi o la forchetta, l’italiano sceglierà sempre la forchetta. Siamo fatti così. Panzironi, a suo modo, è un rivoluzionario! Ma la cosa più imbecille di tutte è questa: vivere a lungo, vivere 120 anni! Qui non si tratta di vivere a lungo, ma di vivere, altrimenti facciamo la fine di quello che “visse come un malato per morire sano”.

Ovviamente non voglio fare un inno all’autodistruzione, ma lasciateci vivere come vogliamo, bere fa male, fumare fa male, anche vivere fa male, ma non si può chiedere al vizio di essere moderato, il vizio è smodato, eccede i limiti dell’opportunità e della convenienza. A noi viziosi piace così, stateci voi nel mezzo insieme alla virtù, voi salutisti, voi “panzironidi”, forse moriremo prima, ma moriremo felici. La vita è l’arte dell’incontro, amici miei, e l’incontro fatale verrà per tutti prima o poi, ma in quel prima e in quel poi c’è tutto il mistero e l’imprevidibilità della vita. Anche i salutisti muoiono.

Ora vi lascio con una “lectio magistralis” sulle blatte del mio amico Giordano, una lezione innaffiata da un buon vino e dell’amicizia.

https://www.youtube.com/watch?v=pbbsmHr28QE

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