I valori riscontrati negli ultimi mesi sono in aumento, ma rientrano ancora nei parametri normativi. E sono ancora in corso gli approfondimenti sulla diossina, che ha avuto un rialzo significativo nella centralina della masseria Carmine, tornando ai livelli pre-sequestro. È questo – a quanto si apprende – il contenuto del rapporto congiunto di Arpa Puglia e Ispra inviato al Comune di Taranto sulle emissione dello stabilimento ex Ilva, ora gestito da ArcelorMittal.

Il dossier era stato richiesto dal sindaco Rinaldo Melucci, che aveva posto una sorta di ultimatum alle ore 12 di oggi per la consegna dei dati. A quanto si apprende, la risposta confermerebbe che i valori riscontrati nell’ultimo anno, pur in aumento, rientrano ancora nei parametri normativi. In mattinata è stata inoltrata al Comune – oltre che al prefetto Antonella Bellomo e al procuratore capo Carlo Capristo – anche la relazione dell’Asl sul rischio sanitario. Delusione si registra tra i cittadini e i rappresentanti di associazioni che hanno tenuto un sit-in sotto Palazzo di città, auspicando un incontro con il sindaco che è impegnato a Roma per il tavolo del Contratto istituzionale di sviluppo.

I dati Arpa sull’inquinamento nei primi due mesi del 2019 erano finiti al centro della discussione tra ambientalisti e istituzioni perché – come avevano anticipato Peacelink, i Verdi e il consigliere comunale Vincenzo Fornaro – da un lato si era notato un aumento delle emissioni (in particolare benzene e Ipa) da quando gli impianti ex Ilva hanno iniziato a marciare e dall’altro era stato segnalato un picco di diossina nella centralina di masseria Carmine, di proprietà proprio di Fornaro, con valori che avevano raggiunto i livelli precedenti al sequestro degli impianti disposto dalla procura di Taranto.

Intanto la struttura del commissario straordinario per le bonifiche, Vera Corbelli, rende noto che inizieranno entro l’estate i lavori per la realizzazione degli impianti di ventilazione meccanica controllata in cinque scuole del quartiere Tamburi di Taranto. Gli istituti scolastici attualmente sono costretti a osservare precauzioni e limitazioni di orari in occasione dei ‘wind days’, giorni di forte vento provenienti da nord ovest che disperdono le polveri minerali dai parchi primari dello stabilimento siderurgico. I plessi scolastici interessati sono Giusti, Vico, Gabelli, Deledda e De Carolis. Questi ultimi due sono stati chiusi all’inizio di marzo su ordinanza sindacale per la loro vicinanza alle collinette ecologiche dell’ex Ilva, attualmente sotto sequestro per problemi di inquinamento.

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