Dice che i rapporti tra di loro sono “eccezionali“. Ma poi lo attacca, ironico fino a un certo punto: “Se poi mi firma i decreti attuativi per i rimborsi ai risparmiatori truffati lo porto via per il week end”. Parola di Matteo Salvini, che arrivando al Policlinico di Milano ha parlato così del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Il vicepremier, come ripetuto spesso negli ultimi giorni, vuole un’accelerazione sul provvedimento e non lo manda a dire: “O li firma entro questa settimana (i decreti, ndr), e lo dico nel modo più costruttivo possibile, oppure li andiamo a scrivere noi. Non credo si possa aspettare mezz’ora in più”. “Ieri ero a Treviso e c’è tanta gente che si arrabbia e che ha fame e che ha fretta – ha sottolineato il ministro dell’Interno per spiegare la sua richiesta – quindi non credo si possa aspettare mezz’ora di più. Se mi dice aspettiamo una risposta dall’Europa dico che facciano a meno di queste risposte. Quindi con tutto il garbo e l’educazione possibile – ha concluso il leader della Lega – mi aspetto entro questa settimana i decreti del Mef o altrimenti li andiamo a scrivere noi. Tria è parte di una squadra fortissima”. Un concetto poi ribadito anche al termine della visita all’Ospedale Maggiore di Milano: “Non prendo neanche in considerazione il fatto che il titolare del Tesoro non firmi i decreti” ha ripetuto Salvini, secondo cui “non possiamo sempre aspettare le letterine dall’Europa. Sono certo che entro questa settimana Tria firmerà i decreti e saremo tutti felici e contenti“.

Presa di posizione, quella del titolare del Viminale, che anticipa di poco le indiscrezioni diffuse dalle agenzia di stampa, secondo cui sono ormai prossimi ad una soluzione i nodi sugli indennizzi ai risparmiatori colpiti dai crack bancari, tanto che il decreto attuativo del Ministero dell’Economia, reclamato da Matteo Salvini, è in dirittura d’arrivo. A quanto apprende l’Ansa, dopo il dialogo intavolato con la Commissione europea sul tema, i segnali in arrivo da Bruxelles sono ora di disponibilità con un’evoluzione della vicenda positiva per l’Italia. La legge di bilancio 2019 ha istituito un Fondo di indennizzo da 1,5 miliardi in tre anni, delegando ad un decreto del Mef, da emanare teoricamente entro gennaio, la definizione dei dettagli. Il ritardo è stato finora dovuto proprio all’interlocuzione con la Commissione Ue, necessaria per rispettare nelle norme attuative le regole europee in materia.

Sulla questione della firma sotto i decreti attuativi è intervenuto anche l’altro vicepremier Luigi Di Maio: “Qui non basta che il Mef firmi subito il decreto per rimborsare i risparmiatori truffati dalle banche – ha scritto sulla sua pagina Facebook – Qui bisogna anche fare chiarezza su come quelle povere famiglie sono state truffate. Il rimborso deve arrivare subito, questo non va messo nemmeno in discussione, ma bisogna lavorare anche ad altro”. Il riferimento è al via libera alla Commissione di inchiesta sui truffati dalle banche e pene “severe per chi manipola i mercati, per chi compie truffe bancarie”. “Nemmeno qualche giorno fa i giudici europei – ha aggiunto Di Maio – hanno detto che sul caso Tercas si sarebbe potuto utilizzare il Fondo interbancario, il che significa che anche Banca Etruria e gli altri 3 istituti commissariati avrebbero potuto essere ricapitalizzati dallo stesso Fondo, proprio come aveva proposto allora il MoVimento 5 Stelle. C’era una strada che avevamo tracciato – ha detto ancora – che avrebbe evitato di colpire i risparmiatori e distruggere migliaia di persone, ma nessuno la seguì. Ora io voglio che la Commissione di inchiesta sui truffati dalle banche parta. Non possiamo aspettare altri 2, 3, 4 mesi – ha concluso – Dobbiamo portare in audizione gli attori coinvolti in quel disastro. Dobbiamo capire cosa accadde. E dobbiamo parallelamente e velocemente riformare le norme a tutela di risparmiatori e investitori“.

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