L’Italia valuterà se fare richiesta di risarcimento alla Commissione Ue dopo la sentenza del Tribunale Ue che ha “riabilitato” l’intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi per il salvataggio di Tercas compiuto dalla Popolare di Bari. Intanto la querelle con l’Europa si allarga: la commissaria Antitrust Margrethe Vestager ha addossato a Bankitalia la responsabilità della ristrutturazione di Banca Etruria, Banca Marche, CariferraraCarichieti che, visto il precedente del caso Tercas, non poterono usare quei fondi. Da Bankitalia trapela una replica: ci fu il veto di Bruxelles sull’uso del Fitd anche per una proposta in extremis.

Moavero: “Valutiamo con Abi”. Che rincara: “Danni ai risparmiatori” – Roma “esaminerà l’importante sentenza, che chiarisce molti aspetti che si erano sostenuti all’epoca, e farà tutte le valutazioni”, ha detto al suo arrivo al comitato esecutivo dell’Abi il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. La sentenza, ha aggiunto, “è appena uscita, oggi ne parleremo” in occasione dell’incontro con l’associazione guidata da Antonio Patuelli. Il presidente della Popolare di Bari che alla fine acquisì Tercas, Marco Jacobini, ha detto che “quando sarà tutto certo, perché ci vogliono 60 giorni, chiederemo i danni perché di danni ne abbiamo avuti un’infinità. Abbiamo perso un 1 miliardo di raccolta per la storia Tercas”. Patuelli ha già anticipato: “Utilizzeremo i prossimi giorni per esaminare ogni possibilità giuridica, per chiedere e ottenere risarcimento dalla Commissione europea. E’ un fatto che ha prodotto danni visibili e conteggiabili per i risparmiatori e ha inciso sulla fiducia verso il mercato finanziario bancario, con costi assolutamente incalcolabili“.

“Se sollecito una presa di coscienza e di autocritica da parte della molto baldanzosa signora Vestager non dipende da una valutazione preconcetta, ma dalla sentenza di ieri che è rivoluzionaria”, ha concluso Patuelli. Dal canto suo la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager, in conferenza stampa, ha detto che la commissione deve deve ancora decidere se ricorrere o meno in appello contro la sentenza, che ha annullato la decisione dell’esecutivo Ue secondo la quale l’intervento del Fondo Interbancario per la Tutela dei Depositi in sostegno della banca costituiva un aiuto di Stato. Decisione che ha avuto un impatto considerevole sulle modalità con cui sono stati portati a termine i salvataggi bancari successivi. “Non abbiamo ancora deciso se faremo appello o no: dobbiamo guardarla con maggiore attenzione”.

Vestager: “Sulle 4 banche decise Bankitalia”. Che replica: “Bruxelles vietò ricapitalizzazione” – “Quello che ha fatto scattare la risoluzione delle quattro banche, tra cui Etruria, è stata una decisione di Bankitalia“, ha sostenuto però la commissaria, respingendo le critiche e dicendo che la decisione di Bruxelles di non autorizzare l’uso del fondo Fitd per Tercas non ha generato la “catena di eventi” che ha poi portato alla risoluzione delle quattro banche. “Si tratta di un’altra catena di eventi”. Fonti di Bankitalia hanno replicato che la posizione assunta dalla Commissione alla fine del 2015 ha reso impraticabile l’intervento preventivo di risanamento da parte del Fidt, come era avvenuto nella gestione delle crisi in passato, anche con riferimento alle quattro banche. A palazzo Koch fanno notare che a settembre 2015 la Commissione Ue respinse anche una proposta ‘in extremis’ per il salvataggio delle 4 banche attraverso la ricapitalizzazione delle banche da parte del Fitd con il relativo onere a carico di azionisti e creditori subordinati a copertura delle perdite, per la cui attuazione era necessario attendere il recepimento della Brrd.

Nel novembre 2015 la Commissione ha confermato la posizione già assunta ad agosto dello stesso anno, con la quale aveva vietato di attivare il fondo per Carife e Banca Marche in mancanza di una sua decisione. In quella circostanza, l’Ue ha ribadito l’impraticabilità di interventi di ricapitalizzazione da parte di sistemi di garanzia dei depositanti qualificabili come aiuti di Stato, se non dopo la risoluzione delle banche coinvolte.

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