“Stiamo obbedendo due volte al diritto internazionale: abbiamo salvato delle persone da un naufragio e dalle torture da cui stavano scappando. Siamo felicissimi”. La portavoce di Mediterranea Saving Humans, Alessandra Sciurba, ha così commentato a ilfattoquotidiano.it il salvataggio di più di 49 persone – 12 dichiaratisi minori – effettuato dalla Mare Jonio a 42 miglia dalla costa libica. La nave, che batte bandiera italiana, era impegnata in una missione di monitoraggio del Mediterraneo centrale.

Salvini: “I porti rimangono chiusi” – “I porti erano e rimangono chiusi”, ha scritto su twitter il ministro dell’interno Matteo Salvini. Appena uscita la notizia del salvataggio, il Viminale ha fatto sapere di avere messo in preparazione una direttiva per fermare quelle che definisce “azioni illegali delle ong”, vincolando chi effettua dei salvataggi ad “attenersi alle indicazioni degli Stati di area Sar”, come riferiscono fonti del ministero. Per esempio, “se li salvano in acque libiche non possono disobbedire alle autorità libiche e fare rotta dove vogliono. Se lo fanno, magari dirigendosi in Italia, rendono evidentemente che non sono interessate al salvataggio ma hanno l’obiettivo di portare migranti in Italia”, riferiscono le stesse fonti mentre la direttiva è in gestazione.

Il Viminale: “Soccorritori violano sicurezza” – La direttiva del Viminale, diffusa in serata, sostiene che “chi soccorre “migranti irregolari” in acque non di responsabilità italiana, senza che Roma abbia coordinato l’intervento ed entra poi in acque territoriali italiane lede il “buon ordine e la sicurezza dello Stato italiano”. Il documento invita i capi di polizia, carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, Marina e Stato Maggiore della difesa ad attenersi “scrupolosamente” al provvedimento per prevenire “anche a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica dello Stato italiani, l’ingresso illegale di immigrati sul territorio nazionale”. La questione, però, non è così lineare: bisogna considerare la bandiera della nave che presta il soccorso, l’effettiva responsabilità della Sar, le condizioni del meteo e, non ultimo, la definizione di porto sicuro. In attesa del testo del Viminale, da Mediterranea commentano ricordando che “nessuna direttiva è superiore alle convenzioni internazionali, ma nemmeno al diritto della navigazione italiana”.

“Soccorso in linea con diritto internazionale, diritti umani e codice navigazione” – Quanto al salvataggio di lunedì 18 marzo, la Mare Jonio, spiega una nota di Mediterranea, è intervenuta su segnalazione dell’aereo di ricognizione Moonbird della ong tedesca Sea Watch che avvertiva di una imbarcazione alla deriva in acque internazionali.

La nave italiana si è quindi diretta verso la posizione segnalata e, “informata la centrale operativa della Guardia Costiera Italiana, ha effettuato il soccorso ottemperando alle prescrizioni del diritto internazionale dei diritti umani e del mare, e del codice della navigazione italiano – continua la nota – Attenendosi alle procedure previste in questi casi e per scongiurare una tragedia, Mare Jonio ha tratto in salvo tutte le persone a bordo comunicando ad una motovedetta libica giunta sul posto a soccorso iniziato di avere terminato le operazioni”.


La ong conferma poi che “tra le persone soccorse, 12 risultano minori“. I naufraghi si trovavano in mare da quasi 2 giorni e, nonostante le condizioni di salute risultino abbastanza stabili, sono tutti molto provati con problemi di disidratazione. Il personale medico di Mediterranea sta prestando assistenza.

Richiesto porto sicuro in fuga dal maltempo – L’imbarcazione della ong italiana aveva lasciato Palermo sabato 16 marzo, il salvataggio del gommone in avaria è avvenuto lunedì 18 in serata. I libici sono arrivati solo dopo che i naufraghi erano tutti in salvo sulla nave italiana. “Ora procederemo con la richiesta di un porto sicuro, il più vicino, dove i diritti delle persone possano essere rispettati”, ha spiegato a caldo Sciurba non senza tradire una certa emozione.

La rotta è verso nord, quindi l’Italia, probabilmente Lampedusa, in fuga dal maltempo che sta per colpire tutta l’area. Dove si consumerà il nuovo braccio di ferro, con la novità che per la prima volta a chiedere riparo sarà una nave italiana.

“No ad azioni premeditate per favorire traffici di esseri umani” – Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, non ha infatti perso tempo. In concomitanza con la notizia del salvataggio il Viminale ha fatto sapere che sta lavorando a una direttiva per “ribadire le procedure dopo eventuali salvataggi in mare”.

La priorità, riferiscono alle agenzie stampa fonti del ministero dell’Interno, “rimane la tutela delle vite, ma subito dopo è necessario agire sotto il coordinamento dell’autorità nazionale territorialmente competente, secondo le regole internazionali della ricerca e del soccorso in mare”.

Secondo il dicastero di Matteo Salvini qualsiasi comportamento difforme “può essere letto come un’azione premeditata per trasportare in Italia immigrati clandestini e favorire il traffico di esseri umani. Per questo, il ministro dell’Interno sta per firmare una direttiva che sarà inviata a tutte le autorità interessate”.

Nave italiana verso Lampedusa – “La Mare Jonio si sta dirigendo in questo momento verso Lampedusa, ovvero verso il porto sicuro più vicino rispetto alla zona in cui è stato effettuato il soccorso. Nel frattempo, è in arrivo una forte perturbazione nel Mediterraneo centrale – è la replica indiretta della ong -. Abbiamo chiesto formalmente all’Italia, nostro stato di bandiera e stato sotto il quale giuridicamente e geograficamente ricade la responsabilità, l’indicazione di un porto di sbarco per queste persone”, continua la nota.

“Oggi abbiamo salvato la vita e la dignità di 49 esseri umani. Le abbiamo salvate due volte: dal naufragio e dal rischio di essere catturate e riportate indietro a subire di nuovo le torture e gli orrori da cui stavano fuggendo – conclude Mediterranea -. Ogni giorno, nel silenzio a moltissime altre tocca questa sorte. Grazie ai nostri straordinari equipaggi di terra e di mare, alle decine di migliaia di persone che in tutta Italia ci hanno sostenuto, oggi quel mare non è stato più solo cimitero e deserto”.

“Leggo che il Ministero dell’Interno starebbe preparando una direttiva per impedire le operazioni ‘illegali’ delle Ong. L’unica cosa illegale e immorale è lasciare che le persone muoiano o vengano ricondotte nei lager libici da cui scappano”, ha commentato il segretario nazionale di Sinistra Italiana-Leu, Nicola Fratoianni.

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