Medjugorje come Lourdes? La Chiesa cattolica si interroga da tanto tempo sulle apparizioni mariane che dal 1981 si verificherebbero nella Bosnia Erzegovina. Se da un lato Papa Francesco ha ribadito più volte di non credere a una “Madonna postina”, dall’altro ha nominato l’arcivescovo Henryk Hoser “visitatore apostolico a carattere speciale” per la parrocchia di Medjugorje. Da una parte, dunque, un forte scetticismo, dall’altra però la volontà di assicurare un accompagnamento stabile e continuo ai milioni di fedeli che ogni anno si recano in pellegrinaggio in questa località.

Per comprendere meglio analogie e differenza tra Medjugorje e la cittadina ai piedi dei Pirenei, è utile leggere il nuovo libro di Fabio Bolzetta, giornalista e conduttore di Tv2000. È proprio l’emittente della Conferenza episcopale italiana a trasmettere ogni giorno in milioni di case il rosario dalla Grotta di Massabielle. Il volume si intitola Miracoli a Lourdes (Paoline) ed è una vera e propria inchiesta: seria, rigorosa e ben documentata delle guarigioni inspiegabili scientificamente, avvenute in questo celebre luogo di pellegrinaggio mariano. Ogni testimonianza è accompagnata dalle documentazioni originali custodite dalle Commissioni collegiali mediche e canoniche presso gli archivi diocesani e presso il Bureau des Constatations Médicales di Lourdes, dal 2009 guidato dal medico napoletano Alessandro de Franciscis.

Il libro è impreziosito, inoltre, dall’intervista a suor Bernadette Moriau, 70esimo e ultimo miracolo di Lourdes annunciato l’11 febbraio del 2018. Già, perché nonostante dall’1858 – anno delle 18 apparizioni – a oggi le guarigioni siano state tantissime, la Chiesa finora ha riconosciuto ufficialmente soltanto 70 miracoli. “Ho esaminato – scrive Bolzetta – tutti i casi qui raccontati, anche con il ‘dottore di Lourdes’, il presidente dell’ufficio nato presso il Santuario per registrare e studiare le dichiarazioni spontanee di guarigione prima che possano un giorno essere riconosciute come ‘inspiegate’. Verranno descritti i severi e scrupolosi iter di valutazione del Bureau e del Comitato Medico Internazionale di Lourdes, condotti in modo collegiale da specialisti provenienti da tutto il mondo, anche atei, in un percorso in salita che dura anni”.

Il Bureau è stato istituito nel 1883, su richiesta del primo rettore del Santuario, padre Rémi Sempé, dal dottor Georges-Fernand Dunot de Saint-Maclou. Un medico aristocratico che si reca a Lourdes perché la moglie gli chiede di accompagnarlo sull’eco del primo pellegrinaggio francese nazionale del 1873. La donna, malata di tubercolosi, muore a Lourdes e lui ne resta attratto, turbato e comincia a tornare anno dopo anno per offrire una mano.

“A un certo punto – racconta de Franciscis – è il rettore a chiedergli se può immaginare di trasferirsi a Lourdes ed egli alla fine accetta per dare vita, nel 1883, alla missione che gli è stata affidata. Organizzare un’istituzione che facesse in modo che, da allora sino a oggi, nessuno potesse ripartire da Lourdes dicendosi guarito senza aver sottoposto la sua storia di guarigione a una verifica medica rigorosa con metodo scientifico e collegiale. Sarà l’unico laico ad abitare, fino alla morte, presso la casa dei cappellani di Lourdes ed è a oggi l’unico laico seppellito nel piccolo cimitero dove riposano i cappellani nei pressi della residenza episcopale. Alla sua morte nel 1891 il vescovo della diocesi nominerà il suo braccio destro come nuovo medico permanente, nel 1892, il dottor Gustave Boissaire. Io oggi – aggiunge ancora de Franciscis – sono il 15esimo medico permanente, il primo non francese”.

Lourdes rappresenta anche un tassello importante nella vita dei pontefici degli ultimi due secoli. È qui che, nel 2017, Francesco ha voluto che si celebrasse la 25esima Giornata mondiale del malato, istituita da Karol Wojtyla l’11 febbraio di ogni anno, il giorno della prima apparizione mariana nella cittadina francese. È qui che Benedetto XVI si è fatto pellegrino nel 2008, 150 anni dopo le apparizioni. È qui che San Giovanni Paolo II, che più volte aveva pregato davanti alla Grotta di Massabielle, ha deciso di compiere, “malato tra i malati”, il suo ultimo viaggio internazionale, il 104esimo, nell’agosto 2004. È qui che l’allora cardinale patriarca di Venezia – Angelo Giuseppe Roncalli, futuro San Giovanni XXIII, che precedentemente era stato nunzio in Francia – venne per consacrare la maestosa basilica sotterranea di San Pio X. E si potrebbe andare a ritroso fino al Beato Pio IX che l’8 dicembre 1854, quattro anni prima delle apparizioni, proclamò il dogma dell’Immacolata concezione. Un legame, quello tra i Papi e Lourdes, che continua ancora oggi.

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