Probabilmente il nome Amazfit Verge vi dice poco o nulla. Se state pensando di comprare uno smartwatch sappiate che vale la pena prenderlo in considerazione, e che Huami, l’azienda che lo produce, è parte dell’universo Xiaomi. È in vendita anche in Italia e, analogamente agli smartphone cinesi, punta sul rapporto qualità/prezzo per attirare clienti. Costa 159 euro, decisamente meno di quanto avrebbero fatto pagare altre aziende per offrire le stesse funzionalità.

L’aspetto meno convincente di questo smartwatch è il controllo delle notifiche, che è decisamente limitata per un prodotto che sulla carta permetterebbe di gestire direttamente anche le telefonate. Da segnalare poi che non si possono sfruttare tutte le potenzialità per la mancanza di un ecosistema ampio e completo. È questione di tempo. Per il resto l’Amazfit Verge è il concorrente diretto dello Huawei Watch GT, e alla luce dei test lo inseriamo fra i prodotti consigliabili al di sotto dei 200 euro.

Da un punto di vista estetico, Amazfit Verge è uno smartwatch pensato per un pubblico sportivo, specie nella colorazione bianca che è stata oggetto di test. La cassa è realizzata in policarbonato, i cinturini con aggancio standard da 22 mm sono in silicone. Nonostante lo spessore di 1,26 centimetri la cassa pesa solo 46 grammi: ci si dimentica di averlo al polso.

Sul lato sinistro del quadrante c’è un pulsante fisico arancione che serve per tornare alla schermata iniziale dell’interfaccia. La posizione non è comodissima, ma l’interazione avviene per lo più tramite touchscreen. Importante la presenza della certificazione IP68, che permette di immergere Amazfit Verge fino a 1 metro e mezzo di profondità per un massimo di 30 minuti. Non si può usare in piscina per il monitoraggio del nuoto, ma almeno non ci sono problemi a indossarlo in spiaggia e in piscina. In generale la costruzione è ben riuscita, anche se siamo lontani dalla percezione “premium” di altri smartwatch, compreso il Watch GT di Huawei. Da apprezzare il sensore per il monitoraggio del battito cardiaco, e il connettore magnetico per la ricarica.

La parte frontale è occupata interamente dallo schermo da 1,3 pollici con tecnologia AMOLED e risoluzione di 360 x 360 pixel. È di forma circolare, offre un’ottima luminosità e visibilità all’aperto, anche sotto la luce diretta del sole, per merito della tecnologia costruttiva sopra nominata. Molto buono il trattamento oleofobico del vetro che non trattiene le ditate. C’è una sorta di modalità always-on, che lascia sempre leggere l’orario anche quando è in stand-by, ruotando il polso poi lo schermo si attiva automaticamente.

Durante le prove abbiamo monitorato l’autonomia indossando lo smartwatch 24 ore su 24, e la batteria da 390 mAh ci ha permesso di ricorrere alla ricarica dopo 6 giorni. In questo arco di tempo abbiamo ricevuto centinaia di notifiche. Usando l’Amazfit Verge per monitorare l’attività sportiva, con il GPS attivato (una dotazione non comune negli smartwatch sotto ai 200 euro), i tempi sono scesi a circa 24/48 ore. Ci sono prodotti che da questo punto di vista fanno meglio.

L’usabilità degli smartwatch dipende molto dall’interfaccia e dalle app. In questo caso troviamo un sistema operativo proprietario che ha una grafica intuitiva e minimale a cui ci si abitua nel giro di qualche minuto. La gestione delle notifiche non è convincente perché si possono solo leggere, senza alcuna possibilità di interazione. Inoltre, una volta eliminate sullo smartwatch, non vengono cancellate automaticamente sul telefono.

Per quanto riguarda le applicazioni preinstallate, c’è tutto quello che è lecito attendersi su uno smartwatch. Manca però un sistema per i pagamenti in mobilità attraverso l’NFC. Per gestire le telefonate occorre tenere lo smartwatch molto vicino al volto, e non c’è il supporto agli assistenti vocali. Riguardo a quest’ultimo, l’azienda ha annunciato di essere a lavoro per l’implementazione di Alexa, non resta che attendere.

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