Ha parlato chiaro, come ha fatto anche all’incontro Onu sul clima in Polonia, incassando come sempre l’appoggio degli attivisti. E questa volta l’ha fatto a Bruxelles, davanti al presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Greta Thunberg, la 16enne svedese attivista contro il cambiamento climatico che ha ispirato gli studenti di tutto il mondo a boicottare le lezioni per protesta, si scaglia contro l’Unione europea: il blocco deve raddoppiare i suoi obiettivi sul taglio di emissioni di Co2. Durante una conferenza a Bruxelles, Thunberg ha avvertito i politici europei: se non contrasteranno il cambiamento climatico, saranno “ricordati come i più grandi malfattori di tutti i tempi”, per aver condotto il mondo verso il disastro. “Se l’Ue deve dare il suo contributo equo per restare nell’obiettivo del limite di due gradi” dell’accordo sul clima di Parigi, ha detto, “significa un minimo dell’80% di riduzione entro il 2030”.

“Le persone ci dicono sempre che sperano tanto che i giovani riusciranno a salvare il mondo. Ma non possiamo, semplicemente perché non c’è abbastanza tempo per permetterci di crescere e prendere in mano la situazione – ha detto Greta davanti a Juncker -. Sappiamo che molti politici non vogliono parlare con noi. Bene, nemmeno noi vogliamo parlare con loro. Ma chiediamo loro di parlare con gli scienziati e di ascoltarli, perché noi stiamo solo ripetendo quello che stanno dicendo da decenni. Non abbiamo altri manifesti da difendere, ascoltare la scienza è la nostra richiesta”, ha insistito la giovane, circondata da una delegazione di giovani attivisti giunti da tutta Europa.

Greta ha poi definito “triste” il fatto che Juncker, durante il suo intervento, abbia “cambiato discorso verso altri argomenti” non concentrandosi sulla crisi climatica. “Quindi, circa il doppio dell’ambizione rispetto alla proposta attuale”, ha aggiunto, esortando l’Ue ad accrescere i propri obiettivi. Secondo l’accordo sul clima di Parigi per limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi, le nazioni dell’Ue hanno promesso di tagliare le emissioni di gas serra di almeno il 40% entro il 2030, rispetto al 1990. Ora i leader europei stanno discutendo di aumentare quell’obiettivo al 45%. C’è ancora un decennio per agire, ha esortato Thunberg: “Se non lo facciamo, allora i nostri successi e progressi sono stati vani”. “E tutto quel che resta dei nostri leader politici sarà il più grande fallimento della storia umana”, ha aggiunto la ragazza, “saranno ricordati come i più grandi malfattori di tutti i tempi, perché avranno scelto di non ascoltarci e di non agire”.

Un discorso pronunciato da Greta nel settimo giovedì della marcia dei giovani belgi, oggi guidata dalla 16enne. Circondata da un cordone di sicurezza e decine di giornalisti, la ragazzina, che è molto seguita dai suoi coetanei, è rimasta in testa al corteo per l’ambiente circondata dal suono dei tamburi e dagli slogan a favore del clima. Ogni venerdì, da agosto, si era seduta di fronte all’edificio del Parlamento a Stoccolma, “scioperando” e chiedendo al governo di agire contro il riscaldamento globale. Negli ultimi sei mesi, sono state migliaia gli studenti della scuola superiore che hanno seguito il suo esempio: è successo a Sydney, Bruxelles, Berlino, L’Aia, Londra e in altre città.

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