Quattro giorni dopo la notizia dell’assoluzione in Pakistan dei parenti di Sana Cheema, l’italo-pakistana ammazzata dopo aver rifiutato le nozze forzate, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha chiesto alle autorità pakistane che sia fatta giustizia: “La morte della giovane Sana ha scosso dal profondo il nostro Paese”, si legge nel testo che ha condiviso lo stesso Conte su Twitter. “Per questo motivo ho inviato una lettera al primo ministro pakistano, per testimoniare l’auspicio del governo italiano affinché venga fatta luce al più presto sulle responsabilità del brutale assassinio”. Venerdì 15 febbraio, dopo la diffusione della notizia dell’assoluzione, parte della politica italiana aveva chiesto la mobilitazione del governo. In Italia non esiste una legge contro le nozze forzate e il ddl giace dimenticato al Senato.

Nella lettera che Conte ha inviato al primo ministro del Pakistan Imran Khan, il premier ha sottolineato che “ha destato vivo stupore in Italia la sentenza del tribunale di Gujarat che ha assolto tutti gli undici imputati del processo per l’omicidio di Sana Cheema, giovane italiana di origine pakistana assassinata nell’aprile dello scorso anno mentre era in visita alla sua famiglia in Pakistan”. E ha continuato Conte: “L’opinione pubblica italiana, profondamente commossa dalla vicenda della giovane sin dalla notizia della sua uccisione, continua a seguire con grande attenzione gli sviluppi del caso, sul quale si aspetta sia fatta giustizia”. Dunque, è stata la conclusione, “pur nel pieno rispetto delle prerogative e dell’indipendenza della magistratura pakistana, desidero manifestare il forte auspicio del governo italiano affinché sia fatta piena luce sulle responsabilità per la morte di Sana, assicurando i responsabili alla giustizia“.

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