Il viceministro allo Sviluppo economico Dario Galli (Lega) ricopre incarichi in società private incompatibili con la carica di governo. E’ quanto afferma l’Antitrust nella delibera con cui chiude il procedimento aperto a settembre 2018 nei confronti dell’esponente di governo leghista. L’authority sottolinea che Galli ha chiesto per tre volte il rinvio della conclusione dell’iter, adducendo “criticità” connesse alla sua rinuncia a quelle poltrone. La prima volta la proroga è stata concessa, poi il garante ha valutato che fosse già passato troppo tempo. Nel frattempo, in compenso, è venuta meno l’incompatibilità per la carica di sindaco del comune di Tradate: l’Autorità ha verificato “la sopravvenuta cessazione della situazione di incompatibilità ipotizzata nell’atto di avvio” visto che Galli si è dimesso da primo cittadino nell’ottobre 2018 dopo che la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari ha deliberato l’incompatibilità tra gli incarichi ricoperti.

Quanto “alle cariche di componente del consiglio di amministrazione nella società Ticino Plast e di Presidente del consiglio di amministrazione nella società Ticino Holding, entrambe ricoperte dal Vice Ministro per lo Sviluppo economico”, l’Antitrust nella delibera afferma “che le stesse sono incompatibili con la carica di governo, ai sensi dell’articolo 2” della legge 20 luglio 2004, n. 215, sul conflitto di interessi e “risultano ancora in essere alla data di adozione del presente provvedimento, come attestato dalle risultanze del Registro delle Imprese”.

L’Antitrust spiega come Galli “con nota del 6 settembre 2018” abbia “dichiarato di aver cessato il rapporto di lavoro privato con la società Ticino Plast S.r.l., rinviando ad un momento successivo la soluzione delle rimanenti situazioni di incompatibilità” per poi, in data 26 novembre 2018, “rappresentare talune criticità connesse con la rimozione delle situazioni incompatibili costituite dalle cariche in Ticino Plast S.r.l e in Ticino Holding S.r.l.” e riferire “di aver intrapreso la realizzazione di talune operazioni societarie finalizzate alla loro rimozione, destinate, secondo quanto dichiarato dalla Parte, a concludersi nell’arco di alcune settimane”.

A quel punto l’autorità ha concesso la proroga, ma il 24 gennaio Galli ne ha chiesta un’altra, “motivata sulla base di “alcune complicazioni che hanno rallentato la tempistica prevista””. Il 30 gennaio l’authority ha deciso di non accoglierla, “tenuto conto, in particolare, dell’ampio periodo di tempo trascorso dalla prima richiesta di informazioni sottoposta alla Parte (9 agosto 2018) e dall’avvio del procedimento (25 settembre 2018), nonché della circostanza che il termine per la conclusione del procedimento originariamente fissato era già stato oggetto di proroga”. Nonostante questo, “in data 5 febbraio 2019, l’On. dott. Dario Galli ha depositato un’ulteriore istanza di proroga del termine per la chiusura del procedimento. Con propria delibera del 6 febbraio 2019, l’Autorità ha rigettato anche tale istanza, considerata la mancata allegazione di elementi nuovi a supporto della stessa”.

La delibera, pubblicata su Bollettino dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato “sarà comunicata al soggetto interessato, inviata ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati” conclude l’Antitrust.

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