Secondo una ricerca di Amnesty International, le forze armate degli Emirati arabi uniti trasferiscono illegalmente e irresponsabilmente forniture militari (veicoli blindati, sistemi di mortaio, fucili, pistole e mitragliatrici) alle milizie armate presenti in Yemen, responsabili di numerosi crimini di guerra. I gruppi armati destinatari finali di questi loschi traffici – tra cui i “Giganti”, la “Cintura di sicurezza” e le “Forze di elite” – sono addestrati e finanziati dagli Emirati arabi uniti ma di fatto non rispondono ad alcun governo. La proliferazione di questi gruppi armati ha avuto negli anni conseguenze disastrose sulla popolazione yemenita, che ha subito migliaia di morti a causa degli attacchi aerei e che a milioni patisce la fame come conseguenza della guerra.

Da quando nel marzo 2015 è iniziato il conflitto dello Yemen, gli Emirati arabi uniti hanno ricevuto armi per un valore di oltre 3,5 miliardi di dollari. Si tratta di armi pesanti convenzionali (come aerei e navi militari) così come di armi leggere, piccole armi, loro componenti e munizioni. L’elenco dei fornitori comprende Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, Corea del Sud, Francia, Germania, Italia, Regno unito, Repubblica ceca, Stati uniti d’America, Sudafrica e Turchia. Non è chiaro quante di queste forniture siano state “girate” alle milizie in Yemen. Ma quanto emerge dalla ricerca di Amnesty International è assai preoccupante.

Veicoli blindati e altre forniture dirette agli Emirati sono stati impiegati dalle milizie anche nella recente battaglia di Hodeidah: ad esempio, le mitragliatrici Zastava MO2 Coyote di produzione serba e il sistema di mortaio da 120 millimetri montato su veicoli blindati denominato Agrab, di produzione singaporeana. Gli Emirati arabi uniti sono l’unico stato dell’area ad acquistare questo sistema combinato d’arma. Nelle mani delle milizie sono finiti anche veicoli blindati equipaggiati con mitragliatrici forniti dagli Usa (tra cui i modelli M-ATV, Caiman e MaxxPro). Le milizie cui è affidato il controllo dei centri segreti di detenzione usano fucili di fabbricazione bulgara e veicoli blindati made in Usa. Da questi centri sono pervenute denunce di torture con scariche elettriche, waterboarding (semi-annegamento), sospensioni dal soffitto e umiliazioni sessuali.

Molti degli Stati che continuano a fornire armi agli Emirati arabi uniti sono parte del Trattato globale sul commercio di armi. Alcuni hanno ulteriori obblighi legali ai sensi delle normative dell’Unione europea o delle leggi nazionali, che vietano di trasferire armi che potrebbero essere usate per compiere crimini di guerra. Continuando a inviare armi agli Emirati arabi uniti, nonostante le numerose prove sul loro uso per commettere crimini di guerra e altre gravi violazioni dei diritti umani, questi obblighi vengono completamente aggirati.

Solo pochi stati – Danimarca, Finlandia, Norvegia e Olanda – hanno fatto la scelta giusta fermando l’invio di armi nel devastante conflitto dello Yemen. Gli altri dovranno farlo presto, altrimenti dovranno assumersi la loro parte di responsabilità per il costo devastante che questi miliardi di dollari di armi stanno facendo pagare alla popolazione civile dello Yemen.

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