“Per le nuove assunzioni in Polizia si è scelto di attingere alla graduatoria di coloro che avevano superato la prima prova del concorso bandito a maggio del 2017 – pur con le modifiche legislative che hanno modificato i requisiti – come espressamente richiesto dalle organizzazioni sindacali”. Lo scrive in una lettera aperta (leggi) pubblicata sul sito il capo della Polizia Franco Gabrielli, in risposta alle richieste di chiarimenti da parte degli aspiranti agenti raccolte e rilanciate due giorni fa dal fattoquotidiano.it. Il caso è emerso in occasione del dl semplificazione.

Un emendamento di cinque senatori leghisti ha previsto lo scorrimento della graduatoria rimasta aperta per le future assunzioni ma “epurata” dei candidati che – nel frattempo – hanno perso i requisiti per effetto dell’entrata in vigore della legge sul riordino delle carriere, giusto dieci 10 dopo il bando. La legge ha abbassato i requisiti assunzionali da 30 a 25 anni e alzato il titolo di studio dalla licenza media a quella superiore. Il combinato disposto delle due circostanze ha fatto sì che migliaia di aspiranti allievi  in attesa delle prove di idoneità fisica e psicologica si ritrovassero “esodati” da ogni speranza di un lavoro in Polizia. All’approvazione, è seguita la mobilitazione che il 5 febbraio dovrebbe portare gli esclusi davanti Montecitorio. Anche per questo, forse, è arrivata la “lettera ad un aspirante poliziotto” di Gabrielli.

Nella quale il Capo della Polizia esprime la sua vicinanza alle legittime aspirazioni deluse. E parlando di uno dei tanti appelli che gli sono arrivati spiega che “non può lasciare indifferente nessuno, tanto meno me, che a soli 12 anni già sognavo di diventare poliziotto e che ho oggi l’onore e il privilegio di rappresentare la Polizia di Stato al suo massimo vertice“.  E ancora “penso di riuscire a comprendere la delusione di chi si vede negato un sogno, ma spero davvero che queste mie parole, lungi dal convincerla su una scelta in ogni caso opinabile  – come ogni scelta – le abbia almeno consentito di comprendere il senso e le motivazioni del percorso che abbiamo voluto intraprendere”. 

E poi la spiegazione di quanto accaduto e delle (difficili) scelte dell’amministrazione. Al concorso parteciparono in oltre 40mila e tra i requisiti indicati nel bando, come detto, c’era un’età massima di 30 anni e la licenza media come titolo di studio. Al termine sono stati immessi a ruolo 1.148 candidati vincitori e successivamente altri 459 sono stati assunti: “Si tratta di soggetti giudicati idonei ma inizialmente non vincitori”, si legge nella lettera del capo della Polizia. “Tutti gli altri che non sono stati ammessi alle successive prove, sono andati a formare un bacino da cui attingere per future assunzioni. Poco dopo il concorso, però, è stata modificata la legge e i requisiti sono stati cambiati: 26 anni età massima e licenza superiore”.

Coloro che erano in questo bacino ma non hanno i nuovi requisiti si trovano impossibilitati a proseguire nelle selezioni.  “Grazie all’impegno del ministro Salvini, con la legge di bilancio del 2018 sono state stanziate risorse per assunzioni straordinarie che hanno consentito, tra l’altro, di reclutare ulteriori 1.851 unità, che, in assenza di altri idonei in elenco e vigenti i nuovi requisiti introdotti dal citato decreto legislativo 95/2017, non sarebbero state possibili attraverso un meccanismo meramente amministrativo di scorrimento dell’elenco del precedente concorso – scrive Gabrielli nella lettera – A questo punto due le strade possibili: indire un nuovo concorso aperto ai candidati in possesso dei nuovi requisiti o, come espressamente richiesto dalle organizzazioni sindacali, consentire, con l’adozione di una specifica disposizione normativa, di attingere alla stesso elenco di candidati”.

Ed è quest’ultima “la strada che al momento si è scelto di percorrere, attraverso un emendamento al decreto semplificazione all’esame del Parlamento, “ma applicando i criteri previste dalla legge vivente”. “E del resto la scelta della prima soluzione – conclude Gabrielli – avrebbe comunque comportato, purtroppo, l’esclusione di chi ha un’età superiore ai 26 anni, assecondando invece le altrettanto legittime aspirazioni di chi oggi potrebbe accedere ad un nuovo concorso e che invece, con lo scorrimento dell’elenco, si vede negata questa possibilità”.

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