Gli incontri di Luigi Di Maio coi lobbisti per sei mesi sono rimasti avvolti dal mistero. L’apposito registro introdotto al ministro dello Sviluppo Economico è rimasto fermo a maggio del 2018, praticamente all’avvicendamento col ministro Carlo Calenda (Pd) che lo aveva creato e regolamentato prevedendo aggiornamenti bimestrali. Il sito OpenPolis se n’è accorto e ne ha chiesto conto rilevando come quel vuoto costituisca uno scivolone per il leader del M5S che della trasparenza e della cacciata dei mercanti dal tempio delle leggi ha fatto bandiera

In serata è arrivato un “tempestivo” aggiornamento della sezione che fa luce su tutta una serie di “incontri conoscitivi” e riunioni in alcuni casi sconosciuti alle cronache: Snam, Italgas, Enel, Eni, Poste passando per Fincantieri, Cassa Depositi e prestiti poi Alitalia. Quindi StMicroelectrionics, Confindustria e altri. La pubblicazione di quelle informazioni a distanza di tempo perde di efficacia, ma serve a evitare prevedibili polemiche.

A certificare il recupero in corsa è una comunicazione ufficiale sul sito del Mise, nell’area media, che recita: “Il registro come anticipato alle Direzioni Generali nella comunicazione interna del 25 gennaio, verrà aggiornato il 29 gennaio e comprenderà le informazioni che vanno dall’insediamento del Ministro Luigi Di Maio fino a novembre 2018. Come da regolamento, la prossima pubblicazione verrà fatta nella seconda metà del mese di marzo per gli incontri di dicembre e gennaio 2019”.

“E’ vero, i dati sono cambiati ma non c’è nessun mistero”, spiega al Fatto.it il responsabile del registro al Mise Pietro Celi, dg incaricato dell’anticorruzione: “il ritardo nella pubblicazione è legato a un problema che si è venuto a creare con l’avvicendarsi dei due ministri e tra i governi. Non c’è altro”. Quale problema lo spiega Gilda Gallerati, dalla Direzione per le risorse e l’organizzazione che supporta il Registro, che ha visto nascere all’epoca del ministro Calenda. “I ritardi nella pubblicazione sono dovuti a una serie di fattori legati sia all’avvicendamento delle segreterie sia allo sforzo che abbiamo fatto per costruire un registro omologo al Ministero del Lavoro”.

In pratica gli appuntamenti venivano segnati ma non pubblicati in attesa che partisse tutto insieme. “A settembre l’attuale ministro ha emanato una direttiva  che istituisce il registro gemello al dicastero del Lavoro. A monte c’è stato un grosso lavoro di revisione e condivisione dei testi e delle definizioni”. Il motivo? “Prima – spiega ancora un atto formale non c’era, c’erano solo delle linee guida sul funzionamento ad uso operativo degli iscritti al registro. La direttiva del registro partecipato tra le due amministrazioni voluta da questo ministro è un atto che pone anche delle basi di diritto, se non di natura primaria, almeno formali di adozione”.

Dunque solo una coincidenza  l’aggiornamento subito dopo i rilievi di OpenPolis? “Sì, può sembrare strano ma è così. Ci stavamo lavorando da un mese e mezzo con il responsabile anticorruzione e l’aggiornamento, era previsto proprio per il 29 gennaio in accordo tra tutte le segreterie dei direttori generali, e quindi gli organi di vertice amministrativo, e le segreterie degli organi politici. Era la “data zero” per l’avvio del nuovo governo, perché come potrà immaginare molte delle attività sono in capo alle segreterie che sono cambiate, per cui si è dovuto fare: un’opera di messa in condivisione con il Ministero del Lavoro dei concetti e dei significati delle definizioni (chi sono i portatori di interesse, chi decide, cosa pubblicare) e una seria attività pratico-operativa per sistemare i formati di pubblicazione, una di addestramento delle segreterie al corretto utilizzo. Non è stata una cosa semplicissima. In questo periodo gli appuntamenti sono stati registrati ma non pubblicati, rimanendo in standby affinché i resposnbaiboli titolari degli incontri potessero riguardare tutti i dati (argomenti, soggetti e via dicendo) e dare il “visto si pubblichi” agli appuntamenti. Non è un’attività che si fa in un paio d’ore e ha bisogno di un periodo di rodaggio”.

A riprova di quanto sopra, abbiamo richiesto la comunicazione alle segreterie del 25 gennaio che viene citata nel comunicato ufficiale apparso sul sito al fine di smorzare ogni polemica sul “tempestivo” aggiornamento. Si tratta di una mail ad uso interno  dove effettivamente si informano tutti i referenti della prossima pubblicazione dei dati il 29 gennaio, dunque il giorno stesso dell’uscita di OpenPolis. Per quella data, si legge, “il sistema di gestione tecnica del Registro trasparenza renderà pubbliche le agende degli incontri coi portatori di interessi relativi ai mesi da giugno a novembre 2018”. E aggiunge che “la prossima pubblicazione avverrà nella seconda metà del mese di marzo per gli incontri di dicembre e gennaio 2019”. Tutto chiaro? Non proprio: gli incontri riportati nell’agenda del ministro Di Maio cominciano l’11 settembre 2018. Il suo incarico al Mise e al Ministero del Lavoro è però iniziato il 1 di giugno: per strada si sono persi tre mesi di incontri.

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