di Fabio Grasso

Europe of people, by the people, for the people. Con questa frase, il primo ministro Giuseppe Conte termina il suo intervento al World Economic Forum. Un intervento che ha trovato nei media poco risalto. Alla platea del Forum, Conte propone un discorso dai contenuti altamente nobili anche se difficilmente praticabili. Certo che mettere in primo piano le persone, la gente, il popolo, l’operato del governo, la Costituzione, valori e quanto di più elevato ci possa essere – al cospetto di ciò che viene considerato il tempio della sovranità economica mondiale, molto più propensa al monetarismo che agli umanesimi – personalmente mi suscita un misto tra incredulità, sorpresa, scetticismo, ottimismo e pessimismo.

All’indomani del fatidico 4 marzo auspicai che i vincitori delle elezioni, non ancora alleati di governo ma prossimi a unirsi per governare, chiamassero “banco” così da mettere in discussione le politiche monetarie europee. La grande speculazione monetaria è come il banco da gioco. Vince sempre. Se rischia di perdere, il banco possiede tutti i mezzi per indurre i giocatori, gli Stati e i cittadini, alla ragione. Con le buone o le cattive. Ma fare un discorso tale al cospetto del tempio dell’economia mondiale, svolto tra l’altro in una lussuosa location dove le stanze alberghiere arrivano a costare oltre 2mila euro a notte per l’occasione, beh, non si sta solo chiamando “banco”. Si sta facendo i kamikaze contro la Morte Nera.

Mi sembra proprio l’attacco con i piccoli caccia monoposto contro il colosso globale, l’Impero. Conte per questa parte è adatto. Possiede ancora la genuinità del professore illuminato più che l’affarismo del politico di lungo corso, professionista e corrotto. Un novello Skywalker. Il discorso del giovane Jedi è elementare, semplice e breve ma tocca e ribadisce, con forza, tutti i punti e gli intendimenti del governo, e tutte le motivazioni per cui il 4 marzo le elezioni hanno prodotto una svolta politica e sociale profonda, in Italia. Da cui non si torna indietro a prescindere da ciò che il governo riuscirà a fare, nel bene e nel male.

Egregio Conte, il suo discorso dovrebbe echeggiare in ogni angolo del pianeta. Ma il mondo non è umanesimo: semmai sciacallaggio, tratta, speculazione, sfruttamento, prevaricazione, accaparramento, annientamento. Così per come ideata, accresciuta, rafforzata, la Morte Nera della speculazione globale, in un sol colpo, sbianchetta popoli e nazioni, lasciando solo macerie, morte e distruzione. Per poi ricostruire, a suo uso e consumo. Se è possibile dare la parte di Ian Solo a Luigi Di Maio. Indovini chi impersona Chewbecca? Così, in questa riedizione di Guerre Stellari, gli italiani e gli altri popoli possono recitare la parte degli abitanti del pianeta Endor, i buffi orsetti Ewok. Quanto impegno e quanta coesione per aver ragione sull’Impero. Gli Ewok, pur non possedendo alcuna tecnologia con cui fronteggiare il nemico, riescono a vincere rimanendo uniti, a colpi di pietre e di bastoni.

I Valori Universali portati avanti da Conte, in rappresentanza dell’Italia, sono elevati e sacrosanti. Tuttavia, mentre i riflettori dei media sono totalmente puntati sul “problema” dell’immigrazione, agitando il coro dell’opinione pubblica in parte pietista e pronto all’accoglienza, i senzatetto sui marciapiedi attigui alle abitazioni dei pietisti – Vaticano compreso – continuano a morire di fame, di freddo e di stenti, giorno per giorno, nell’indifferenza generale.

Poco Male. Fintanto che l’umanesimo promulgato da Conte sarà lettera morta, rimarrà alle morti in mare – e a quelle ancora più vergognose sui marciapiedi – soltanto la coreografia di cornice di coloro che si strappano le vesti nel nome di una solidarietà e di una accoglienza che per nulla tocca minimamente la società, sedicente, civile come i magnati e i governanti riuniti a Davos.

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