La vendita del complesso dell’ex ospedale San Giacomo, prestigioso immobile di oltre 30mila metri quadri nel centro a Roma, sembra ormai cosa fatta. Con l’ultimo provvedimento adottato in Regione Lazio, dal direttore dell’area per la valorizzazione dei beni demaniali e patrimoniali del dipartimento bilancio, è stato approvato il conferimento al fondo immobiliare “i3- Regione Lazio”. E’ il penultimo passaggio per la vendita definitiva al privato dell’ex ospedale, fondato dalla famiglia Colonna nel 1339 e chiuso nel 2008, sacrificato sull’altare del debito della sanità del Lazio, in nome dell’efficienza e della razionalizzazione dei distretti ospedalieri romani. Per la cessione l’intero complesso immobiliare è stato valutato 61 milioni di euro: circa 2mila euro al metro quadro. La stima “ha ricevuto un parere di congruità da parte dell’Agenzia del Demanio – sottolinea Stefano Fassina, deputato e consigliere comunale di Roma – ma certo il regalo potrebbe determinarsi in relazione al cambio di destinazione d’uso”. Ipotesi che appare percorribile visto che “nell’ultima legge di bilancio – spiega Fassina – c’è una norma che consente il cambio di destinazione d’uso degli immobili da mettere sul mercato, con potenziali effetti devastanti che non abbiamo neanche potuto provare a emendare, visto anche che sulla votazione al bilancio è stata posta la questione di fiducia. È evidente che, in tal modo, si determinano le condizioni per speculazioni immobiliari e finanziarie colossali, in particolare nel centro delle città”. La struttura dell’ex San Giacomo si trova infatti in una traversa di via del Corso.

Il futuro acquirente del San Giacomo non avrà che l’imbarazzo della scelta su cosa farne. L’immobile potrebbe diventare una residenza per anziani ma anche ospitare spazi commerciali, servizi sanitari, un ristorante e parcheggi, come sottolineato anche in una delibera della giunta regionale, di oltre un anno fa, che ha aperto la strada agli atti successivi propedeutici alla vendita. “Il San Giacomo – prosegue Fassina – nel cuore di Roma, è un’occasione d’oro per i soliti noti. Abbiamo presentato una mozione che discuteremo a breve in assemblea capitolina per impegnare la sindaca Virginia Raggi a intervenire sul governo nazionale per eliminare la norma sulla destinazione d’uso e comunque a impegnarsi per impedirne l’applicazione su Roma”.

Il Campidoglio negli ultimi mesi ha tentato di scongiurare la vendita dell’ospedale. A seguito dell’approvazione di una mozione presentata da Fassina, per la riapertura dell’ospedale San Giacomo e per scongiurarne la vendita, approvata lo scorso luglio, la presidente della commissione Politiche Sociali del Comune, Agnese Catini, aveva convocato un tavolo interistituzionale coinvolgendo anche gli assessorati competenti regionali, Bilancio e Sanità, senza ottenere alcuna risposta. IlFatto.it ha chiesto dei chiarimenti in Regione Lazio ma non ha ottenuto alcuna risposta.

“La Regione – sottolinea Catini – ha ignorato la presa di posizione dell’Assemblea Capitolina, Zingaretti va dritto per la sua strada, quella sbagliata. Con la svendita del San Giacomo vengono messi da parte in primis gli interessi dei cittadini. Rinunciare a questa struttura ospedaliera nel centro storico è un danno irreparabile per residenti e turisti. Rispetto al valore immobiliare poi – conclude la Catini – ci sarebbe da discutere. Oltre al prezzo di mercato la svendita riguarda anche i mancati benefici per la cittadinanza derivanti dalla perdita di una struttura socio-sanitaria di alta qualità.”. Con l’ultimo provvedimento della Regione Lazio sembra non ci siano più alcune speranze per cambiare il destino dello storico ospedale, chiuso ormai da dieci anni.

Un nosocomio che quando funzionava a pieno regime aveva circa 25 mila accessi l’anno e che è stato ristrutturato pochi mesi prima la chiusura, “spendendo circa 20 milioni di euro” si legge nella mozione presentata in Campidoglio da Fassina.

Un nosocomio sul quale pende anche un antico testamento, quello del cardinale Antonio Maria Salviati, che nel 1562 lo donò a Roma, ma con la clausola che rimanesse un ospedale. E’ dei Cinquestelle l’ultimo tentativo. “Per scongiurare la svendita dell’ex ospedale – annuncia la capogruppo in Regione Roberta Lombardi – e rilanciarne la riqualificazione, in maniera partecipata con comitati e associazioni, abbiamo preparato una mozione e chiesto a tutte le forze di opposizione del Consiglio regionale di firmarla. Ci auguriamo che aderiscano e che si battano anche loro per farla votare e approvare al più presto”.

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