Lino Banfi nella commissione italiana all’Unesco. Lo ha annunciato a Roma il vicepremier Luigi Di Maio durante la presentazione alla stampa del reddito di cittadinanza, alla presenza dello stesso attore pugliese. “Ne approfittiamo per dare una notizia all’Italia che a me riempie di orgoglio: abbiamo individuato Lino Banfi perché rappresenti l’Italia nella commissione italiana per l’Unesco. Abbiamo fatto Lino Banfi patrimonio dell’Unesco”, queste le parole di Di Maio, sul palco insieme al premier Giuseppe Conte. Il Mise, poi, con una nota ha precisato che Banfi è stato nominato come referente per la comunicazione, in sostituzione di Folco Quilici (scomparso il 24 febbraio 2018), e non come rappresentante Unesco in sostituzione del professor Francesco Buranelli, che rimarrà al suo posto. Felice per il riconoscimento, Banfi ha ringraziato il governo, senza rinunciare alle battute. “Questa carica è bellissima perché le commissioni finora erano fatte con persone plurilaureate. Io voglio solo portare un sorriso ovunque”. E su Luigi Di Maio: “Questo ragazzo già prima delle elezioni mi ha voluto conoscere. Il giorno del mio compleanno, a luglio, si è presentato con un mazzo di fiori. Quando parla da solo ha 32 anni, quando parla con Salvini e Conte ne ha 55, come diavolo fa! Mi ha detto: ‘non mi frega niente per chi voti, io ti adoro, fai ridere da tre generazioni‘”.

Il primo a commentare la nomina è stato l’alleato di governo Matteo Salvini, che in una diretta Facebook ha ironizzato: “E Jerry Calà, Renato Pozzetto, Umberto Smaila? Scherzi a parte, sorridiamo che l’Italia è così bella che chiunque la può rappresentare e difendere”. Paragone ripetuto dal deputato del Pd Marco Di Maio, che su Twitter ha accusato:  “Nulla contro Banfi, che mi sta anche simpatico, ma cos’altro dobbiamo aspettarci? Jerry Calà presidente dell’Accademia della Crusca e Umberto Smaila ambasciatore alle Nazioni Unite?”. Più soft la reazione di Vincenzo De Luca, governatore Pd della Campania, che a margine della presentazione del progetto “Adotta un filosofo” a Napoli ha risposto così ai cronisti in sala: “Una riflessione filosofica su questa nomina? Mi è simpatico“.

Chi ci va giù duro è il deputato Pd Ubaldo Pagano, secondo cui “il M5s ha talmente paura del flop di questo finto reddito di cittadinanza, fatto con risorse più che dimezzate rispetto a quelle che avevano annunciato in campagna elettorale, da averlo dovuto mascherare dietro al simpatico faccione di Nonno Libero e dell’Allenatore nel pallone“. “Se serve ‘Un medico in famiglia’ per far digerire il reddito di cittadinanza, evidentemente nella ricetta qualcosa non va – è il commento del governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, di Fi – Comunque in bocca al lupo a Nonno Libero Lino Banfi, in una Italia che spesso piange, un sorriso aiuta”. Anche il presidente del Pd, Matteo Orfini, non ha gradito la nomina e si è soffermato su una frase pronunciata da Banfi poco prima (“Quando mi hanno chiamato ho detto: che c’entro io con la cultura? Qui sono sempre state nominate persone che si sono laureate, che conoscevano la geografia, le lingue. Io voglio portare il sorriso ovunque, anche nei posti seri”): “Uno schiaffo al merito e alla competenza che non fa sorridere per niente. E che umilia chi fa sacrifici ogni giorno per studiare”. Qualche apprezzamento arriva invece dall’attore Lando Buzzanca: “Bravo Lino! Lui ha sempre fatto tante cose, è un grande lavoro”. Anche se poi ha aggiunto: “Io però non lo farei mai”.

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