Sono passati cinque giorni da quando Julen, due anni, è caduto mentre stava giocando in un pozzo a Totalan, vicino a Malaga. Un pozzo non segnalato, profondo oltre cento metri e molto stretto intorno al quale continuano a lavorare i soccorritori. Hanno progettato di scavare due tunnel per cercare di raggiungere il piccolo, ma non ce l’hanno ancora fatta perché un mucchio di pietre e terra, trascinato dal bimbo nella sua caduta, ostruisce il condotto a circa 70 metri di profondità. Il primo tunnel che è stato scavato è verticale, parallelo a quello dove è caduto il bimbo. Il secondo dovrà essere scavato in direzione obliqua, ma la natura del terreno complica il compito.

Le speranze di trovare ancora in vita Julen sono sempre più labili. Juan López-Escobar del Colegio Oficial de Ingenieros de Minas del Sur che lavora con l’equipe di ingegneri arrivati sul posto, scrive El Pais, dice che per terminare le operazioni non ci vorranno ore, ma giorni. Lopez-Escobar spiega che si tratta di un caso unico per la sua complessità, data la composizione del terreno e la profondità a cui devono arrivare i soccorritori. Tra le aziende che partecipano alla ricerca c’è la Stockholm Precision Tools AB, una società svedese che nel 2010 ha contribuito al salvataggio dei 33 minatori cileni rimasti 69 giorni bloccati in profondità.

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