La Lega frena la sua corsa, i Cinquestelle ricominciano a salire. Lo dice un sondaggio di Emg Acqua presentato oggi ad Agorà (su Rai3) che misura le intenzioni di voto in vista delle elezioni europee. Secondo la rilevazione il partito di Matteo Salvini resterebbe primo ma al 31,4 per cento (in lieve calo dello 0,7 rispetto alla settimana scorsa) mentre il M5s si assesterebbero al 27,9 per cento, in aumento di 1,5 punti. Per le forze di governo indice di gradimento al 59,3 (in aumento dello 0,8).

Secondo l’istituto diretto da Fabrizio Masia in leggero aumento anche le forze d’opposizione di centrodestra: Forza Italia 8,5 per cento, (in aumento dello 0,1 rispetto a settimana scorsa), Fratelli d’Italia 4,1 per cento (+0,1) e Noi con l’Italia 0,9 (stabile rispetto alla settimana scorsa). Nel centrosinistra invece il Partito Democratico otterrebbe il 18 per cento, in leggero aumento di 0,3% rispetto alla settimana scorsa, con Mdp più Sinistra Italiana, più Verdi, Civica Popolare e Svp al 3,7. 2,1% e 1,9% rispettivamente per Più Europa e Potere al Popolo, entrambi in calo di 0,1 punti.

L’accordo con l’Ue – Per il 44% degli italiani un eventuale accordo con l’Europa (poi raggiunto mercoledì 19 dicembre) sarebbe una vittoria di Salvini e Di Maio. Tra gli elettori Cinque Stelle, in particolare, il 76% crede che in caso di un’intesa con Bruxelles, i due vicepremier avrebbero difeso gli interessi degli italiani. Per il 39%, invece, un accordo con l’Ue rappresenterebbe una sconfitta perché Di Maio e Salvini avrebbero ceduto alle richieste europee. Alla domanda se alzando i toni con l’Europa, il governo abbia fatto gli interessi degli italiani, la maggioranza degli intervistati (47%) ha risposto “No, ci abbiamo rimesso”. Il 36% degli elettori ha risposto invece che dallo scontro con l’Unione Europea ci abbiamo guadagnato.

Le primarie Pd – La rilevazione di Emg Acqua ha sondato anche gli umori interni al Partito democratico in vista del Congresso. Innanzitutto, il 63% degli intervistati e il 66% degli elettori democratici vorrebbero che il partito rimanesse da solo e rifondasse il centrosinistra, anche a costo di restare minoranza, piuttosto che cercare alleanze con il M5s e tanto meno con il centrodestra (opzione che piace solo all’8% degli intervistati). Passando invece ai candidati segretari, Nicola Zingaretti resta nettamente in testa anche se, rispetto a una settimana fa, perde due punti e si attesta proprio al 50% che gli servirebbe per vincere le primarie. Intanto cala anche il suo avversario più temibile, Maurizio Martina, fermo al 29%. A tutti gli altri, per ora, restano le briciole, compreso il candidato della minoranza renziana Roberto Giachetti che guadagna due punti ma è comunque al 9 per cento.

Il partito di Renzi – Tra le rilevazione presentata ad Agorà non manca anche un tentativo di stimare quale base elettorale avrebbe un nuovo partito fondato da Matteo Renzi. L’ex premier non ha mai smentito categoricamente questa opportunità, ma secondo precedenti sondaggi di altri istituti si attesterebbe per ora al 6,1%. Anche tra gli intervistati da Emg Acqua solo il 4% sarebbe certo di dargli un voto, ma la percentuale di eventuali consensi si alza al 10% se si considera anche chi ha risposto “probabilmente sì”. Come aveva già rilevato Ipsos, la maggior parte dei nuovi elettori di Renzi verrebbe comunque dal Pd.

Il leader che conta di più – Resta invece Matteo Salvini l’esponente di governo che conta di più. Alla domanda “Chi conta di più nel governo?”: il 56% ha risposto per il leader della Lega (in calo comunque di 6 punti rispetto a settimana scorsa), il 20% Conte (+3%) e il 12% Di Maio (+3%). Inoltre, gli intervistati da Emg Acqua preferirebbero sempre avere Salvini come ospite al pranzo di Natale, anche se sarebbero molto contesi anche Silvio Berlusconi e il presidente del Consiglio. Infine, il 68% degli italiani, voterebbe lo stesso partito che ha scelto il 4 marzo scorso. Il 43% crede che il 2019 sarà l’anno del ritorno alle urne mentre il 41% ha risposto, invece, che non si andrà a votare.

 

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