Dai Di Maio ai Di Maiolo il passo è breve, basta una sillaba. È la legge del contrappasso. La famiglia di Felice Di Maiolo, sindaco azzurro di Mariglianella (Napoli), il comune dove i vigili urbani hanno ispezionato e certificato i presunti abusi urbanistici e le violazioni ambientali nel terreno e nei capannoni di comproprietà dell’imprenditore edile Antonio Di Maio, padre del vicepremier M5s Luigi Di Maio, è finita a sua volta nel mirino di altri vigili urbani, quelli di Marigliano (Napoli). Ed anche qui per una vicenda tutta da accertare di presunte irregolarità edilizie, in questo caso relative ai lavori di ristrutturazione di un immobile dell’azienda del figlio del sindaco, la casa canonica di San Nicola.

Viene il mal di testa, e la similitudine dei cognomi e dei paesi non aiuta a farlo passare. C’è un minimo comune denominatore: due famiglie di piccoli costruttori e l’edilizia creativa nei comuni del vesuviano stritolati dal cemento. Qualche volta scattano i controlli. Si visionano i lavori in corso o già eseguiti. E si redige un rapporto. È accaduto nel fondo di Mariglianella dei Di Maio, con un’ispezione accompagnata dalla presenza di decine di giornalisti e dal lancio dei droni delle tv. È accaduto, con attenzione mediatica vicina allo zero, nel cantiere di San Nicola a Marigliano. Sequestrato perché, riferisce il sito marigliano.net, “ci sono nelle autorizzazioni degli atti poco chiari”, questo il comando vigili avrebbe riferito ai cronisti. E vai a capire quali.

Dalla casa canonica, già sede dell’Azione Cattolica e delle sue iniziative per quasi dieci anni, sono stati già asportati tutti gli infissi. Sarebbero in corso dei lavori di ristrutturazione edilizia con abbattimento e realizzazione di nuove case. L’immobile è stato acquistato il 18 ottobre 2018 dalla Dim.Bo immobiliare srl, l’azienda del figlio di Di Maiolo, che ha rilevato anche una concessione rilasciata nell’ottobre 2017. Il padre, il sindaco del comune vicino, di questa azienda ne è stato responsabile amministrativo sino a pochi anni fa. Si è messo in aspettativa una volta eletto. “Ma non sono abituato a nascondermi dietro a un dito, ero dipendente, ma ho sempre fatto il costruttore e l’amministratore dell’azienda è mio figlio” commenta Felice Di Maiolo “detto questo, le spiego come sono andate le cose. Ci sono stati degli esposti, dei successivi sopralluoghi, l’ufficio tecnico ha riscontrato la conformità della concessione alle norme, invece i vigili hanno appurato delle criticità e hanno eseguito un sequestro preventivo dell’immobile”. La battuta viene facile: dalla famiglia Di Maio alla famiglia Di Maiolo. “Con una differenza però: noi abbiamo un permesso a costruire” replica il sindaco Di Maiolo sorridendo. Che poi la vera differenza è un’altra: la sua è la famiglia di un primo cittadino di un piccolo paese, e non quella del vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico.

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