Tre immagini: Roma, Piazza del popolo, adunata leghista, aperta dal ministro dell’Interno che indossava addirittura la felpa della uniforme della Polizia di stato. A significare, non fosse abbastanza chiaro, la volontà di piegare al suo volere le istituzioni democratiche in spregio a qualsiasi minimo rispetto del ruolo che riveste. Crocifissi nelle aule scolastiche, e, soprattutto, pretesa di rappresentare il “Popolo” in Europa nominato per acclamazione. Una piazza di destra e di estrema destra con slogan di destra e di estrema destra.

Seconda immagine, la “piazza” di Torino, stesso giorno, Manifestazione No Tav, insieme alla contrarietà all’opera si rivendicano più diritti, si contestano le leggi liberticide di questo governo. Non ci sono Ministri in veste di capopopolo. Una piazza di sinistra, con slogan di sinistra. In quella piazza anche elettori ed amministratori locali del Movimento 5 Stelle che del No al Tav aveva fatto la sua bandiera elettorale.

Due piazze incompatibili tra loro, opposte. Eppure Il M5S governa per “contratto” con il partito di Salvini, anzi consente che Salvini travalichi, invada ogni settore del governo medesimo (ultimo esempio gli industriali ricevuti al Viminale).

Terza “piazza” Parigi. I Gilet Gialli in rivolta, una piazza che letteralmente brucia. Una protesta che vede mischiarsi e confondersi richieste di maggior democrazia, motivate proteste contro un governo espressione diretta dei poteri finanziari, con istanze Lepeniste, sovraniste, xenofobe e con la rabbia ed il rancore sociale allo stato puro senza alcun obiettivo se non lo sfogo, purtroppo spesso violento. Una piazza alla quale è praticamente impossibile dare una connotazione. Una miscela che è potenzialmente micidiale.

Come sarebbe forse altrettanto pericoloso se le due “piazze”, quella di Piazza del popolo e quella di Torino divenissero una sola piazza. Elementi contrapposti ed uniti unicamente dalla rabbia dove probabilmente prevarrebbero le “ragioni” dei più aggressivi e dei più vicini alla cosiddetta “Pancia del Paese”.

Quello che in Francia accade in piazza in Italia è accaduto al governo. Due forze che si son presentate come contrapposte in campagna elettorale si sono “mischiate”per “contratto” in un unico esecutivo. Quella più aggressiva e più vicina alla “pancia del paese” sta rapidamente prendendone l’egemonia. In Italia non esiste più una sinistra istituzionale distrutta dal fallito tentativo Macronista di Renzi. La sinistra sociale che pur esiste e resiste è confusa, disgregata, priva di ogni sponda politica. Il Movimento 5 Stelle è vittima del proprio stesso presupposto ideologico sul superamento di destra-sinistra, in base al quale ha stipulato il “contratto” in nome di un pragmatismo che sta mostrando tutta la sua contraddittorietà, superficialità culturale e, in definitiva, fragilità politica. Certo Roma non è Parigi, non brucia la piazza ma il rischio è che bruci la democrazia.

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