Pure i renziani si dividono. Rimasti ‘orfani’ dopo il ritiro di Marco Minniti, si sono riuniti per decidere quale candidato appoggiare alle primarie del Partito democratico: ma la conclusione è una spaccatura. Da una parte, la maggioranza ha deciso di appoggiare Maurizio Martina, inviando un ‘esploratore’, Lorenzo Guerini, a trattare con lui sul sostegno. Poche ore dopo, i deputati Roberto Giachetti e Anna Ascani hanno invece annunciato in una diretta Facebook la decisione di candidarsi al congresso del partito. L’ufficializzazione di una divisione interna, dopo il fallimento di un accordo intorno a un unico nome che questa mattina era stato individuato in Teresa Bellanova. Nel frattempo Matteo Renzi, ospite da Bruno Vespa a Porta a Porta, fa spallucce: “A me interessa il futuro dell’Italia, con tutto l’amore e il rispetto per il Pd”. Ma quello di un suo partito “è un tema che non è minimamente all’ordine del giorno. Io punto al 51% non con un partito ma con le persone che non credono a questo governo”.

L’ipotesi di far convergere le forze dei sostenitori di Renzi sul suo vice e reggente, è partita dallo stesso presidente del Copasir ed è stata appoggiata dai capigruppo dem al Senato e alla Camera, Andrea Marcucci e Ettore Rosato, oltre che da Emanuele Fiano, Antonello Giacomelli, Alessia Morani, Eugenio Comincini, Simona Malpezzi e altri. Il primo contatto tra Martina e Guerini è già avvenuto e ,a quanto apprende l’Adnkronos, si è registrata “sintonia su molti punti” e “disponibilità ad approfondire” ulteriormente. In serata o più probabilmente domani, mercoledì, si fa sapere, arriverà l’annuncio dell’appoggio a Martina.

Tra i contrari, che hanno ritenuto “insufficiente” Martina insistendo su un candidato più riformista, proprio Giachetti e Ascani, oltre a Luciano Nobili, Andrea Romano e Stefano Ceccanti. Tanto da anticipare Guerini e Martina. “Una candidatura nata insieme, che andrà avanti insieme in perfetta sintonia e in parità”, che rappresenta “un’altra opzione” e “non una corrente” che non esiste, perché non ci sono “renziani doc e renziani non doc”. Così Giachetti ha rotto gli indugi poche ore dopo la riunione dei renziani, seduto su un divano accanto ad Ascani.  “Il congresso non può essere solo ad appannaggio di Martina e Zingaretti pur avendo per loro assoluto rispetto”, ha premesso, raccontando poi che “con Anna abbiamo pensato che fosse giusto che chi di noi non se la sente di farlo in quel modo (con un accordo politico con il segretario uscente Martina, ndr), possa farlo direttamente, mettendo a disposizione una candidatura. E noi proviamo”, ha annunciato Giachetti.

Anche se i tempi stringono: entro domani la loro candidatura dovrà essere sostenuta dalle firme di almeno cento membri dell’Assemblea Nazionale. E l’invio delle candidature con le relative firme di appoggio scade il 12 dicembre alle 18. Ascani ha assicurato: “Continuiamo ad andare avanti in questo partito” e “non c’è niente di costruito e artefatto”. Poi l’appello per raccogliere firme a loro sostegno. “E’ lo step numero uno. Entro domani alle 18 c’è bisogno che ognuno di voi si attivi per raccogliere quante più firme possibile”. E Giachetti ha concluso: “Noi abbiamo firmato, ce ne mancano 1498“.

Al momento, con il ticket Giachetti-Ascani, diventano sei i nomi in corsa alle primarie che si terranno il prossimo 3 marzo. Oltre ai due, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti (appoggiato anche dall’ex ministro Cesare Damiano che si è ritirato), il leader uscente Maurizio Martina, l’economista e deputato Francesco Boccia e i giovani Dario Corallo e Maria Saladino.

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