Era davanti ai videogiochi in una stazione di servizio sulla tangenziale di Foggia. Fuori c’era chi si riforniva alla pompa di benzina, dentro nessun avventore al bancone. Alle 15.45 in punto sono arrivati due killer, incappucciati, e hanno aperto il fuoco alle spalle di Rodolfo Bruno, pregiudicato considerato appartenente al clan Moretti. Lo hanno ammazzato con diversi colpi di fucile calibro 12 e con una pistola calibro 9×21. Poi i sicari sono fuggiti a bordo di un’auto.

Bruno, 39 anni, era libero da circa un anno. L’ultimo suo arresto risale ad ottobre 2016 per un tentativo di estorsione ai danni dei titolari di un autoparco. L’uomo, vicino allo storico clan della Società Foggiana in lotta da anni con i Sinesi-Francavilla per il controllo del territorio, in quell’occasione assieme alle persone che lo accompagnavano malmenò la vittima sotto gli occhi della moglie e dei figli.

Sul posto sono arrivati gli agenti della Squadra mobile per i rilievi e acquisire i filmanti delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza dell’area di servizio. Nel capoluogo dauno si tratta del secondo omicidio maturato, secondo gli investigatori, agli ambienti della criminalità del 2018 – a giugno un uomo venne ucciso per errore – dopo un periodo di relativa calma dopo anni con decine di episodi sanguinosi. Nella provincia garganica, invece, la guerra di mala tra i clan in lotta tra Vieste, Manfredonia, Mattinata e Cerignola anche negli scorsi mesi ha lasciato diversi morti sull’asfalto.

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