In attesa dei risultati sulle ossa ritrovate nella Nunziatura, subito associate a Emanuela Orlandi e Mirella GregoriChi l’ha visto? boccia la pista della moglie dell’ex custode dell’edificio vaticana. Nei giorni scorsi, infatti, si ipotizzava che la donna fosse scomparsa negli anni Sessanta dopo un litigio col marito. Ma la trasmissione di Federica Sciarelli spiega che non è così. “Non è scomparsa la donna indicata da alcune ipotesi circolate sull’identità delle ossa ritrovate in una dependance della Nunziatura Apostolica di via Po. Secondo fonti di Chi l’ha visto? i resti non possono quindi essere della moglie del custode Pino che ha alloggiato nell’edificio, all’interno di Villa Giorgina, perché lei non è scomparsa”. La nota poi prosegue: “A sostegno dell’ipotesi si era anche parlato di frequenti litigi fra i due che avrebbero potuto degenerare addirittura in un omicidio – conclude la nota -. Sulle ossa sono attesi oggi i primi risultarti della analisi della Scientifica“.

Per oggi erano attesi i risultati sul dna, ma il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro, riferendo quanto detto dal procuratore, ha spiegato che  “gli esami sulle ossa sono iniziati oggi. È presto per avere certezza sul dna, occorrono almeno otto-dieci giorni. Vogliamo capire – ha aggiunto – chi per primo ha associato questa vicenda a quella di mia sorella. Anche su questo attendiamo risposte dagli inquirenti”, ha concluso.

A occuparsi delle analisi è Gianni Arcudi, direttore della Medicina legale dell’Università di Roma Tor Vergata. “Le ossa, proprio come il Dna, parlano e raccontano una storia. A patto però di trattarle con cura, altrimenti restano mute. So che c’è attesa su quello che potranno dirci le ossa della Nunziatura. Da parte nostra cercheremo di avere delle risposte da dare nei prossimi giorni. Inizieremo a impostare il lavoro: per prima cosa bisognerà pulire le ossa, che erano interrate“. In secondo luogo, ha proseguito, “dovremmo classificare tutto quello che abbiamo stabilendo quali ossa sono presenti e quali mancano. Quindi inizieremo l’analisi vera e propria: le caratteristiche delle ossa ci permetteranno di stabilire il sesso, l’età, l’altezza” dei soggetti a cui appartenevano. E, possibilmente, le probabili cause del decesso. “Si tratta di un processo che richiederà qualche giorno”, conclude Arcudi, ben consapevole dell’attesa che circonda il suo lavoro. “Ci sono risposte da dare. E le ossa parlano”.

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