Forse, finalmente, gli italiani si sono accorti delle contraddizioni di Matteo Salvini. L’uomo che si autocertifica nuovo, ma guida il partito più vecchio d’Italia. Quello che grida contro la corruzione, ma ha dirigenti e presidenti toccati da scandali nei posti chiave della Lega; un partito che deve ancora restituire allo Stato 49 milioni di euro. Salvini che bacchetta i politici di professione, ma ha una poltrona sotto il sedere da decenni.

Ma c’è un momento in cui la corda, se la tiri troppo, si spezza. E forse oggi è successo: Salvini, basta ai selfie e alla propaganda politica sui luoghi dove la gente soffre e muore davvero! Era già successo a Genova, con Salvini che ogni giorno lanciava le sue sparate propagandistiche davanti a una città in ginocchio. Peggio. I genovesi avevano dovuto assistere allo spettacolo agghiacciante del ministro che si faceva i selfie ai funerali, accanto alle bare e ai parenti che piangevano.

Ma al peggio non c’è limite. Eccolo oggi sorridente in un Veneto straziato dal disastro. Di più: Salvini che indica come responsabile del disastro “l’ambientalismo da salotto“. C’è un limite caro Salvini, la gente, anche stanca e disperata, non è stupida come lei crede. Gli italiani si ricordano che la sua Lega era nei governi che hanno votato condoni. Nelle giunte che hanno ricoperto il Veneto di cemento; che volevano devastare la Sardegna; che hanno votato piani casa turpi in Liguria.

Caro Salvini, qui non è questione di bandiere. Ma di verità e di rispetto per chi soffre. Non si può piegare la realtà ai propri fini. Non si possono usare le tragedie e i morti per accaparrarsi quattro voti. E quando si esagera alla fine la gente se ne accorge.

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