Al reparto di urologia del Policlinico Umberto I di Roma da oltre un mese mancano gli stent ureterali (i cateteri, ndr). Ai pazienti oncologici che come il signor Franco Giuliani devono sostituirli ogni tre mesi è stato detto che possono comprarseli, oppure aspettare. Ma fino a quando non si sa. “Potrebbero passare ancora dieci giorni, come quindici” risponde un’infermiera alla figlia Debora nell’ultima telefonata avvenuta martedì 30 ottobre. “C’è l’Urp per le rimostranze, più di questo non vi posso dire” conclude l’infermiera.

“È ingiusto che un paziente si faccia carico di un dispositivo che deve fornire l’ospedale – si sfoga Debora -. Tra l’altro costano quasi 300 euro e mio padre con una piccola pensione non può neanche permetterseli”. Mentre il signor Franco contava i giorni, di notte si sente male. Sua moglie chiama l’ambulanza e lui finisce al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Eugenio. La diagnosi è un’infezione ai reni. I medici gli prescrivono una terapia antibiotica e gli cambiano gli stent.

Abbiamo sentito il direttore generale dell’Umberto I, Vincenzo Panella, che ricopre l’incarico dal dicembre 2017, dopo aver dato le dimissioni dalla direzione salute e politiche sociali della Regione Lazio. E abbiamo scoperto questo: “I cateteri e altri dispositivi facevano parte di una serie di acquisti che venivano gestiti direttamente dai reparti con le ditte produttrici e non erano quindi sottoposti a nessuna gara come previsto dal Codice degli appalti pubblici – ci ha spiegato -. Una cosa gravissima e quando me ne sono sono accorto ho sospeso le forniture e indetto una gara pubblica per il nuovo affidamento. Ho firmato la delibera la settimana scorsa. Per garantire i dispositivi anche nella fase di passaggio la farmacia aveva fatto 36 ordini urgenti ma la ditta ha risposto che le scorte sono esaurite”.

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