Il 6 novembre si avvicina e l’occasione per rastrellare voti è troppo ghiotta: Donald Trump prepara la stretta sul diritto di asilo per i migranti. L’annuncio arriva a cinque giorni dalle elezioni di metà mandato in un intervento in diretta tv alla Casa Bianca del presidente americano previsto nel pomeriggio di Washington.

Il presidente, riporta Associated Press citando tre fonti coperte dall’anonimato, annuncerà un piano per negare in modo automatico il diritto di asilo ai migranti che proveranno a entrare illegalmente nel Paese. L’agenzia precisa che non è chiaro se le restrizioni che Trump proporrà si applicheranno soltanto ai migranti che giungeranno negli Usa con le carovane di centroamericani attualmente in viaggio in Messico o a tutti coloro che provano a entrare nel Paese. E non è chiaro se Trump abbia l’autorità legale per cambiare le regole.

La clausola sull’asilo dell’Immigration and Nationality Act prevede che chiunque arrivi negli Usa può presentare richiesta di asilo e ogni modifica verrebbe certamente impugnata in tribunale. La Casa Bianca ha comunicato che Trump terrà un discorso sulla “crisi dell’immigrazione illegale” e sulla “sicurezza ai confini” alle 16.15 ora locale, le 21.15 in Italia.

Gli annunci si moltiplicano con l’avvicinarsi della data del voto. Il 30 ottobre, in un’intervista ad Axios andata in onda sul network HBO, il tycoon aveva spiegato che toglierà con un ordine esecutivo il diritto di cittadinanza ai figli di immigrati irregolari nati negli Usa.

Intanto ha ripreso la marcia verso gli Stati Uniti la prima carovana di migranti partita il 13 ottobre dall’Honduras, che si trova adesso in Messico. Secondo la ong Pueblos sin Fronteras, in viaggio sono circa 4mila persone. Il corteo è partito dalla città di Juchitan, nello Stato meridionale di Oaxaca. Più a sud si trova una seconda carovana, di circa 2mila centroamericani, che è ancora nello Stato messicano del Chiapas, poco dopo avere passato il confine dal Guatemala.

La prima carovana si trova ancora a circa 1.400 chilometri di distanza dagli Stati Uniti, quindi a settimane di marcia. Trump ha annunciato che potrebbe dispiegare fino a 15mila soldati alla frontiera tra Usa e Messico per provare a fermare i migranti. Non solo: La carovana “può essere considerata un’invasione“, ha detto il presidente degli Stati Uniti intervistato dalla Abc. “Dobbiamo avere un muro di persone che li fermi”, ha aggiunto. Secondo il magnate la situazione è ben più grave di quanto venga descritto dai media: “Le carovane sono molto più ampie di quanto riportato. E sono composte per la maggior parte da giovani uomini che mettono in prima linea donne e bambini”, e questo, secondo Trump, viene fatto ad uso delle telecamere.

E negli Stati Uniti è scoppiata una polemica sullo spot elettorale, che molti definiscono “razzista“, postato dallo stesso Trump su Twitter. Il video mostra un cittadino messicano, Luis Bracamontes, deportato e tornato in Usa per essere condannato per l’uccisione di due poliziotti e una carovana di migranti che sembra vandalizzare il confine per entrare nel paese. Nel filmato si vede l’uomo in un’aula di tribunale mentre dice, ridendo, che ucciderà presto altri poliziotti.

“I democratici lo hanno fatto entrare nel Paese – dice la didascalia in sovrimpressione – e i democratici lo fanno rimanere”. L’altra sequenza del video mostra invece una carovana di migranti che preme contro il confine cercando di entrare in modo violento. Trump mette così in immagini il suo messaggio di migliaia di immigrati pronti ad invadere gli Stati Uniti. “Chi altri faranno entrare i democratici?”, si legge ancora nella didascalia.

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