Il centrodestra, unito ma subalterno a una Lega ammazzatutti, conquista per la prima volta nella storia la provincia di Trento. Dopo decenni di Democrazia cristiana e poi di centrosinistra, un Pd diviso dagli autonomisti conosce la più amara delle sconfitte in una delle ultime roccaforti rimaste al Nord. Mentre il Movimento 5 stelle non riesce ad incidere. Dopo la notte in cui Bolzano ha registrato l’esplosione del partito di Salvini, Trento ha cominciato a sfogliare i risultati elettorali con la consapevolezza che il fenomeno si sarebbe addirittura moltiplicato.

Infatti, il sottosegretario leghista Maurizio Fugatti, candidato di una cordata compatta, anche se con nove sigle, ha trionfato con il 46,7 %. Giorgio Tonini del Pd non è arrivato oltre il 25,4%. Ugo Rossi, il presidente uscente, del Patt, ha consumato la sua vendetta con un 12,4%. Non sarebbe bastato, al centrosinistra, sommare i voti di Rossi a quelli di Tonini per ribaltare il risultato, ma non averci nemmeno tentato è stata la riprova di una Caporetto annunciata. Filippo Degasperi del M5s si è fermato al 7,1%.

Il Partito democratico aveva deciso di suicidarsi già la scorsa estate quando, dopo essersi guardato allo specchio durante una drammatica assemblea, si era sdoppiato. Da una parte, buttato fuori dal gioco delle candidature Ugo Rossi, esponente del Partito Autonomista Trentino Tirolese, anima autonomista del centrosinistra. Dall’altra il partito, che, dopo un lungo logoramento interno, aveva scelto Tonini. La partita elettorale era finita prima ancora di cominciare. E il centrodestra si era accodato docilmente alla locomotiva-Lega. Lo aveva detto subito, la deputata Michaela Biancofiore, coordinatrice di Forza Italia: “Solo noi possiamo perdere, il centrosinistra ha fatto di tutto per consegnarci la Provincia”.

Così la Lega Salvini Trentino (questa la nuova dizione della Lega Nord, anticipazione di evoluzioni future del nome su tutto il territorio nazionale) diventa il primo partito con il 27%, come era accaduto a marzo alle elezioni politiche. Tra Pd e Patt è un lungo testa a testa, concluso alla fine da un prevalere di misura del primo con il 13,9%, contro il 12,6% degli autonomisti di Rossi. I Cinquestelle si consolano con il quarto posto, ma un 7,2 % abbastanza deludente. Al di là di una miriade di sigle autonomiste, da segnalare che Forza Italia crolla al 2,8 per cento. La dimensione della disfatta Pd è data dai risultati delle politiche di marzo: allora aveva il 22 per cento, ora il suo elettorato si è dimezzato. E i Cinquestelle a Trento avevano il 21,55%, mentre su base regionale erano al 19,5 per cento.

La ripartizione dei seggi ne assegna in totale 21 al centrodestra: 13 alla Lega (tra cui Fugatti), due a Civica Trentina, uno a Progetto Trentino, Agire per il Trentino, Forza Italia, Udc, Fassa, Autonomisti Popolari. Alla coalizione di centrosinistra vanno 8 seggi: 5 al Pd (tra cui Tonini), due a Futura 2018 e uno a Unione per il Trentino. Il Partito Autonomista Trentino Tirolese prende quattro seggi (tra cui il candidato Rossi). Il M5s ottiene due posti (tra cui il candidato Degasperi).

“Per la prima volta nella storia in Trentino e in Alto Adige il PD e la sinistra fanno le valigie e se ne vanno a casa!”, commenta Matteo Salvini. Il neo presidente Fugatti esulta: “I trentini ci hanno dato un forte mandato. Lo avevamo detto negli ultimi giorni di campagna elettorale: qui chiunque vinca, per farlo nel migliore modo possibile deve avere un forte mandato popolare”. Lo sconfitto Tonini già annuncia il tema della battaglia all’egemonia leghista: “La nostra sarà un’opposizione intransigente sui temi dell’Autonomia, che continueremo a difendere rispetto al governo nazionale e alle altre regioni del Nord-Est”.

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