Le scuole italiane non sono ancora uscite dalla crisi. A dirlo è il diciannovesimo rapporto “Ecosistema” sulla qualità dell’edilizia scolastica, dell’ambiente e dei servizi presentato da Legambiente. A far suonare il campanello d’allarme non sono solo i consueti dati sull’edilizia scolastica ma i numeri che vengono riportati in merito ai cosiddetti servizi che le amministrazioni comunali dovrebbero offrire. Spicca la significativa diminuzione dello scuolabus che, dal 2012 ad oggi, passa dal 30% al 23% circa, con una forbice che va da più del 40% di scuole che possono contare su questo servizio nelle città capoluogo di provincia del Centro Italia ad un irrisorio 13,7% al Sud, rendendo il trasporto scolastico sempre più appaltato alle famiglie che sono incentivate così all’uso del mezzo privato, a danno della sostenibilità ambientale e della salubrità dell’aria. Non sembra aver trovato successo ovunque anche il pedibus, l’idea di andare a scuola a piedi attraverso la collaborazioni di nonni e genitori che fanno da “scorta” ai bambini. Il report ci segnala la “diminuzione delle infrastrutture di gestione della mobilità autonoma ed in sicurezza del percorso casa-scuola per gli studenti”. Restano eccellenti buone pratiche come quelle di Bergamo, Lecco, Macerata e Padova, quest’ultima con 29 edifici e 1.050 bambini coinvolti.

Pollice verso il basso anche per la presenza di piste ciclabili nelle aree antistanti gli edifici, che permettono agli studenti di raggiungere le proprie scuole in bicicletta così come per gli edifici scolastici collocati all’interno di isole pedonali, zone 30 e ZTL. I nostri istituti si possono definire anche poco “green” visto che mediamente solo quasi in una scuola su due c’è uno spazio verde fruibile, che rimane una carenza importante per metà delle scuole nel Sud e di circa il 60% nelle Isole. E a proposito di mense, tema caldo in questi giorni dopo il caso Lodi, Legambiente ci ricorda che sono mediamente presenti nell’87% delle scuole del Nord e del Centro dove ne usufruiscono più di tre studenti su quattro ma al Sud l’accesso a questo servizio è di quasi due studenti su quattro e nelle isole la mensa è presente in poco più del 30% dei casi.

Dolente il tasto dell’educazione civica.“Paradossale – spiegano i ricercatori- nel momento in cui si torna a chiedere una maggiore attenzione al mondo della scuola la drastica diminuzione dei finanziamenti per i progetti educativi delle scuole che vengono sostenuti da circa il 72% dei Comuni; dato di dieci punti percentuali inferiore a quello del 2012, con una spesa pro capite a studente che si aggira mediamente intorno agli 11 euro, con punte di virtuosismo in importanti città con una solida tradizione educativa come Reggio Emilia, che investe in media di più di 160 euro a studente”. Maglia nera ad un nutrito numero di amministrazioni che purtroppo non investono affatto, quali Avellino, Caltanissetta, Campobasso, Catanzaro, Chieti, Cosenza, Crotone, Cuneo, Gorizia, Matera, Messina, Reggio Calabria, Rieti, Rimini, Rovigo, Sassari, Varese.

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