di Linda Maisto e Francesco Pastore

Ritornano I bastardi di Pizzofalcone. È una bella notizia per Napoli e per il Mezzogiorno. Sì, perché se Napoli è già innamorata dei bastardi, anche i bastardi non possono fare a meno di Napoli. Anche Alessandro Gassmann è innamorato di Napoli. Del resto, cosa sarebbero i bastardi senza Pizzofalcone e senza la bellezza struggente di Napoli?

A giudicare dal primo episodio, le storie sono simili a quelle della prima serie: la soluzione a volte è piuttosto complicata e ha sempre una visione sociale. Nel primo episodio, ad esempio, si ristabilisce una verità: i migranti sono anche vittime, non solo carnefici come una certa narrazione vuol farli apparire. La storia della giovane madre ucraina ammazzata mentre abbraccia per la prima volta un figlio che qualcuno considera “non suo” è tanto più raccapricciante quanto più giovane, sola e indifesa è la povera vittima.

Resta uguale a quella della prima serie anche l’immagine di Napoli. Di sicuro, alcuni diranno che è un’immagine falsa ed edulcorata. È vero che i quartieri bene, innanzitutto Pizzofalcone, sono predominanti rispetto alle periferie. Gli interni sono da riviste di architettura e le storie rappresentano l’alta borghesia più che il sottoproletariato malfamato e dedito all’illegalità che pure anima la città. Gli attori sono troppo bellocci e le loro immagini patinate. A volte si nota una certa indulgenza non solo sulle relazioni sentimentali fra i protagonisti, ma anche su un certo erotismo à la Liala. Le scene di amore saffico in prima serata possono essere imbarazzanti. Contribuisce anche la recitazione non sempre da accademia.

L’amore platonico dell’ispettore Lojacono per la bella locandiera ci sono sembrati intriganti. Notevole la scena in cui Letizia recita il menu napoletano della sua trattoria, un menu che sfama solo a sentirlo. C’è anche una delicatezza della narrazione che troviamo piacevole, da film d’autore. La regia indugia di meno che nei libri su alcuni aspetti spigolosi dei personaggi che sono più presenti nei libri e questo è normale poiché la serie è destinata alla prima serata della rete più seguita dalle famiglie italiane.

A questa realtà “artificiale”, alcuni preferiscono il realismo di Gomorra, l’altra fortunata serie di Sky ambientata a Napoli e ispirata al libro di Roberto Saviano. Non siamo d’accordo. Non condividiamo la conclusione per cui che non ci sono alternative a Gomorra. Comunque, nei Bastardi si parla di crimine a Napoli. Non è un romanzo rosa. La fiction dei Bastardi fa vedere aspetti nuovi e diversi della città e ciò aiuta. Non c’è solo la Napoli di Gomorra. C’è anche la Napoli dei Bastardi. Per quanto pervasiva possa essere, Gomorra riguarda solo una parte della città.

Lavori così possono aiutare la città. Occorrerebbero molti più film come questi. E se film come questi possono aiutare il turismo, ben vengano. Ha fatto bene la Regione Campania a contribuire al suo finanziamento. Napoli è una città fantastica, unica, di straordinaria bellezza. Non possiamo nascondercelo. Eppure, ci sono a Firenze molti più alberghi che a Napoli, anche se, considerata la dimensione della città e la quantità di bellezze che ci sono a Napoli e nei suoi dintorni, il rapporto dovrebbe essere opposto. Sicuramente questo divario è effetto dell’ombra minacciosa della camorra sulla città. Dobbiamo colpire la camorra senza compromessi e distruggerla, ma non è detto che dobbiamo sempre rappresentarla in tv. Non possiamo parlare sempre e solo di camorra a Napoli.

C’è anche una Napoli misteriosa, incantevole, struggente. Ci sono tante case eleganti a Napoli, case stupende, come e anche più di quelle di alcune scene dei bastardi. La città ha sempre avuto due anime e ha sempre avuto una parte ricca, prospera e dedita al lusso anche sfrenato. Questa parte, Napoli l’ha sempre ben nascosta a se stessa e ai più. Le case dell’aristocrazia napoletana, prima, e della borghesia, poi, all’esterno sono sempre state quasi anonime, come fortezze, circondate da muri altissimi e invalicabili, impenetrabili finanche allo sguardo, proprio per nascondere gli interni. Dietro le mura c’erano affreschi, giardini e viste mozzafiato. Molti che non conoscono bene la città non conoscono questo aspetto, che pure è presente. La paura dei rapimenti, dei furti, del popolino che inondava minaccioso le strade circostanti risale ai tempi di Masaniello e l’aristocrazia napoletana ha da sempre seguito la strategia di nascondere le proprie ricchezze.

I bastardi di Pizzofalcone hanno avuto il merito di mostrare questo aspetto nascosto della città, misterioso per molti. È vero: i bastardi sono un manifesto come pochi della bellezza di Napoli. C’è dietro un grande amore per la città. E con ciò? Dobbiamo dolercene? Da napoletani, ne siamo piuttosto contenti e orgogliosi. Proponiamo anzi che la serie sia venduta sotto costo alle principali tv del mondo, affinché sia trasmessa in prima serata, così da spingere sempre più visitatori a venire in vacanza a Napoli già dal Natale 2018 e dall’estate 2019.

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