I numeri sono quelli di un’epidemia. Hanno superato quota 130 i casi di polmonite nella bassa Bresciana orientale, in particolare nei comuni di Carpenedolo, Montichiari, Calvisano, Visano, Acquafredda e Remedello. Centoventuno gli accessi registrati al Pronto soccorso, in 107 sono stati ricoverati. Si tratta in gran parte di ultra 60enni, dalle condizioni di salute già problematiche. Preso d’assalto soprattutto l’ospedale di Montichiari, con la percentuale di consulti per polmonite passata dall’1 all’80 per cento. E sono stati disposti accertamenti sulle morti di un 85enne di Carpenedolo e di una 69enne di Mezzane di Calvisano, per valutare se la causa sia in qualche modo legata all’epidemia. Autopsie che, secondo l’assessore lombardo alla Sanità Giulio Gallera, hanno dato esito negativo: “I due decessi di Brescia non parrebbero essere collegati ai casi di polmonite”, ha detto. Per poi aggiungere: “Lavoriamo a 360 gradi per individuare la causa di questo fenomeno. Ad oggi i casi sono 138, dei quali due soli quelli di legionella“.

La situazione, infatti, ha subito riportato alla mente l’emergenza legionella scoppiata a luglio a Bresso, comune dell’hinterland milanese, con 52 casi accertati e 4 decessi. Come in quel caso, si ipotizza che la causa dell’epidemia sia un batterio presente nell’acqua. Nel pomeriggio di ieri, a Brescia, si è tenuto un vertice tra Ats, l’agenzia lombarda di tutela della salute, e i gestori degli acquedotti nella bassa bresciana. Il personale di vigilanza del Dipartimento di Igiene e Prevenzione Sanitaria e del Laboratorio di Sanità Pubblica di Ats Brescia è impegnato nella verifica della rete idrica dei comuni interessati. “I tecnici dell’igiene stanno realizzando campionamenti delle acque potabili, mentre il laboratorio ha in corso analisi specifiche i cui esiti saranno disponibili nei prossimi giorni”, ha detto l’assessore regionale Gallera.

Nel frattempo l’agenzia regionale ha inviato una nota ai sindaci dei comuni interessati, suggerendo alcuni accorgimenti da osservare in questa fase. Ad esempio, “sostituire i filtri dei rubinetti o di lavarli con anticalcare, di lasciar scorrere l’acqua calda e poi la fredda prima di utilizzarla, allontanandosi dal punto di emissione dopo l’apertura dei rubinetti ed aprendo le finestre”; inoltre, viene suggerito di “portare la temperatura dell’acqua calda a 70-80 °C per tre giorni consecutivi, assicurando il suo deflusso da tutti i punti di erogazione per almeno 30 minuti al giorno”.  Il sindaco di Calvisano, Giampaolo Turini, in vista dell’apertura delle scuole di domani, ha fatto sapere di stare mettendo in atto “tutte le precauzioni che Ats ha consigliato per fare in modo che gli impianti dei plessi scolastici siano igienizzati”. La Regione Lombardia, in ogni caso, sottolinea che “non esiste alcun tipo di rischio per l’utilizzo dell’acqua alimentare e non sussiste alcuna restrizione al normale svolgimento dell’attività nelle varie comunità, tra scuole e luoghi di lavoro”.

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